Che deve succedere

"Corie, vado a vedere la partita da P. stasera, ci sono problemi?"
"Figurati, Paul, vai pure."
Rispose Corie che già pregustava una bella cenetta (sobria s'intende, un altro pic nic alla Bratter) con la sua amica S.

"Ti chiamo comunque, per qualunque cosa ... "
"ma figurati, Paul, che deve mai succedere?"

E così mentre Corie addormentava i bambini alle 21,30 pensando soddisfatta al bel pomeriggio passato con i bimbi di S. a fare i biscottini e a ballare, é successa l'unica cosa per cui sarebbe possibile interrompere una partita di campionato e chiamare Paul.
La terra trema. Per 15 secondi. Il terremoto.
Paura vera. Qualche flash del 1980. Ora che ci penso anche allora io e i miei fratelli eravamo soli con mia madre.
E due domande:
Aspetto fino alla terza scossa per svegliare i bimbi e portarli giù?
Avrò tempo fino alla terza scossa?

Per fortuna il melodramma di Corie si é fermato qui: i bimbi dormono, Paul ha chiamato ma é sempre da P. a guardare la partita, per strada non c'é nessuno, Corie chatta con zia Bratter junior. Sono le 22.40 e tutto va bene.

Almeno, così sembrerebbe.

Commenti

  1. Immagino la paura!
    Io ho vissuto a Napoli da piccola e ricordo con terrore il bradisismo: tutte le mattonelle del bagno che si staccavano e si crepavano.
    Qui nel veneto abbiamo avuto 3 forti scosse 3 settimane fa.
    E viverlo da mamma è diverso

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  2. davvero eri a napoli nell'80? hai origini partenopee o eri lì per caso ? veroò a indagare nel tuo blog ...

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Due chiacchiere con Corie ....:

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