Maria la sanguinaria, Carolly Erickson


Titolo: Maria la Sanguinaria. Miserie e Grandezze alla corte dei Tudor
Autore: Carolly Erickson,
Traduttore: Maria Pia Lunati Figurelli

Pubblicazione:  Mondadori, 2002
Pagine: 533


Strano poter parlare di un libro letto senza temere di spoilerare il finale.
Ho riscoperto da poco la mia sopita passione per la Storia.
Dopo Maria Stuarda e la storia di Costanza d'Altavilla, questa è la terza biografia di regine che leggo.  
Maria Tudor è stata la prima figlia di Enrico VIII, avuta con Caterina d'Aragona, la prima moglie che egli ripudiò per sposare Anna Bolena, dando così inizio alla scisma con la Chiesa cattolica e alla fondazione di quella anglicana.
Amata e/o isolata dal padre e dalla corte, a seconda del vento politico e delle passioni amorose di Enrico, la vita di Maria non fu affatto semplice. Promessa sposa prima a tre anni al delfino di Francia e poi a nove all'imperatore Carlo V, educata ad essere regina consorte per tutta la sua giovinezza, vive i suoi anni migliori con la speranza disattesa  di trovare un matrimonio che potesse convenire alla ragion di stato inglese.

La morte del fratellastro Edoardo in giovanissima età fu l'occasione per Maria per salire al trono a furor di popolo, osannata e incoraggiata dalle folle. 
Maria diventa regina all'età di 37 anni. E' sola, e si trova a fronteggiare una corte piena di intrighi, complotti e gentiluomini in malafede, turbolente rivolte interne e minacce esterne al regno, scarsità di raccolti e penuria di danaro. In più, non ha nè un consorte nè un erede. Sposerà a 39 anni Filippo II, fglio di Carlo V, e si illude per ben due volte di rimanere incinta. Le esigenze dell'Impero faranno sì che il consorte la lasci sola per lunghissimi periodi. Muore giovanissima, a soli 42 anni, sola, come è sempre vissuta.
Una donna di grande fede, coraggiosa e determinata, che ha saputo farsi valere grazie alla sua oratoria e alle sue certezze. Purtroppo è stata vittima del suo stesso essre donna, sia nella considerazione che gli altri avevano di lei, sia per l'educazione ricevuta.
Certamente la Storia con lei non è stata generosa. La sua umanità e la sua sfortunata esistenza, in ogni caso, viste così da vicino, insinuano il dubbio che il giudizio sia stato su di lei troppo severo.
Cercavo una biografia che la riscattasse, e sono pienamente soddisfatta.
Giudicare il passato con gli occhi del presente, senza tener conto che la Storia viene spesso scritta dai vincitori (in questo caso Elisabetta I, sua sorellastra, non meno sanguinaria di lei) non sempre è la chiave giusta per ricostruire i fatti.

In questa biografia c'è ben poco di romanzato.
L'autrice non ha tralasciato di spiegare con precisione la situazione politica europea, soffermandosi su tutti i protagonisti storici che hanno intrecciato le vicende inglesi: dall'Impero ai Francesi, al Papato, alle Fiandre.
E' certamente una lettura impegnativa, non solo per l'approfondimento storico doveroso, ma anche per seguire le vicende a corte, nelle quali tra tutti i gentiluomini nominati, le parentele e le cospirazioni mi sono un po' persa.
Il fascino di questa figura non può essere solo merito dell'autrice, che pure, si sente, nutre per lei una grande stima pari ad una grande compassione.

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