La circonferenza delle arance, Gabriella Genisi

Attirata dalla copertina, inizio speranzosa questa nuova serie. Nuova per me, ovviamente, perchè in realtà questo primo episodio è del 2010.
Leggo un po' di recensioni, come spesso accade prima di iniziare un libro e si crea un'aspettativa: una protagonista femminile commissario di polizia, single e avvenente, una città del sud, Bari, un giallo condito da molto humor, dicono. 
Una donna del sud, golosa di arance e dedita alla cucina, dolorosamente separata, costretta a sgomitare nell'ambiente di lavoro, in questa indagine si imbatte nel suo fidanzatino delle superiori, ora accusato di violenza carnale. 
A caldo posso dire che  stato il peggior libro letto quest'anno.
Mi dispiace molto, perchè le cover mi avevano conquistato e speravo di mettere in libreria i cartacei.
Data la mia esperienza con la polizia locale, affermo con certezza che la vicenda non ha nessuna dose di quel sano realismo legale che dovrebbe sostenere un giallo. La polizia non mette in galera nessuno sulla sola testimonianza di una giovane donna. Sembra un'inezia, eppure a me è suonata come una superficialità, come se la vicenda fosse solo un pretesto per raccontare della briosa protagonista mediterranea.
Il linguaggio eccessivamente informale,con molte espressioni dialettali sarebbe stato una nota di colore, invece  a me è risultato eccessivamente prosaico.
Infine, la telefonata con Salvo Montalbano. Capisco il vezzo dell'autrice, ma proprio non legava con la storia. Non so se fosse il tentativo di riconoscere una parternità letteraria: in questo modo si spiegherebbero anche le incusioni dialettali e il registro stilistico, ma non sono riuscita a vederci un'eredità onestamente.
Lolita Lobosco viene citata nel libro di Alessia Gazzola "Un po' di follia in primavera", terzo della serie de L'Allieva.
Un omaggio della Gazzola ad una sua amica, come spiega lei stessa nei ringraziamenti.
All’uscita dall’obitorio, Calligaris aspetta notizie sull’autopsia. È in compagnia di una bella e capace poliziotta che ho conosciuto durante un congresso in Puglia, tempo fa, dal nome che è tutto un programma, Lolita Lobosco.
«Come stai?» mi chiede con quel calore che ben ricordo. Mi avvolge in un abbraccio profumato e mi ricorda che ci eravamo promesse un giro di shopping insieme.
«La dottoressa Lobosco è qui per tenerci un corso di aggiornamento che è stato illuminante» spiega l’ispettore a CC.
Lolita si schermisce: «Roberto, lei è troppo galante».
«Pranziamo insieme?» propongo.
«Sto per ripartire» replica lei.
Che peccato» dice CC.
«La prossima volta» risponde lei, diplomatica ma senza perdere solarità. Prima di salutarmi, in un sussurro dice la sua. «Occhio a quel bel ragazzo, Alice mia. Morde!»

Niente da fare, a me non ha convinto.




Commenti

Storie del blog