Circe, Madeline Miller


Lo avevo tenuto un po' a distanza per via della copertina non proprio accattivante, ma studiare l'Odissea con Bimbo mi ha ispirato il desiderio di prendere in mano questo libro.
Uno stile elegante e forbito,  molto raffinato, che catapulta direttamente nel mito dell'antica Grecia. 
All'inizio, anzi, ho fatto un po' fatica, perchè lo stile riproduce quell'atmosfera rarefatta del mito, che rende la narrazione poco storica e molto leggendaria. Insomma, uno stile a cui non sono per niente abituata. 
Ho scoperto che questa figura, che conosciamo tutti per Ulisse, in realtà è un fil rouge nelle vicende degli dei. 
Figlia del titano Eos, colui che guida il carro del Sole, e della ninfa Perseide, sorella di Pasifae, moglie di Minosse e madre del Minotauro, e di Eete, padre di Medea.
 Punita da Zeus per aver trasformato la bellissma ninfa Scilla nel mostro a sei teste che conosciamo, è relegata per sempre nell'isola di Eea.
 In questo spazio di solitudine senza tempo, impara a poco a poco l'arte della magia, con la quale sfida gli dei e si difende dalla prepotenza degli uomini
Da sempre innamorata di mortali, prima Glauco, poi Dedalo, infine Ulisse, Telemaco, e madre ansiosa e appassionata del mortale Telegono, diventa protagonista e testimone di tante storie presenti nella mitologia greca.
Se la critica classica ce l'ha sempre presentata come un'ammaliatrice, la Miller smonta questa fama e ce la presenta per una donna, semidea, immortale, tenace e coraggiosa, ma sensibile e compassionevole.
Un romanzo bellisimo, che riannoda le fila del mito attraverso storie di fragilità, vendette, esilio, amicizia, femminilità, maternità, amore, abbandoni e solitudini.
E peccato per la copertina .

Titolo: Circe
Autore: Madeline Miller

Traduttore: Marinella Magrì
Editore: Sonzogno, 2019

Pagine: 411


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