Una scrittura femminile azzuro pallido, Franz Werfel

Ho appena terminato questo meraviglioso romanzo. 
E mi sento talmente piena che se non metto giù due righe sento di non poter affrontare la prossima lettura.

La storia è ambientata a Vienna nel 1936.
Leonida, 50 anni, è un uomo di umili origini che ha sposato una donna ricchissima, e ha conquistato una posizione sociale di tutto rispetto, diventando un alto funzionario del Ministero dell'Istruzione. Il giorno del suo compleanno riceve una lettera da una donna conosciuta tanti anni prima.
Questa lettera mette in discussione completamente la sua vita e la sua coscienza.

La giornata di oggi, che in un eccesso di giovanilismo era iniziata come mattino d'aprile, finiva ad un tratto, in un eccesso di decrepitezza, come sera di novembre.
 
Si può dire che il romanzo è un lungo monologo interiore, un flusso di coscienza sotto forma di processo. 
Leonida esibisce sul banco degli imputati tutta la sua colpa e tutta la sua storia, confessando una storia d'amore dai contorni sfumati ma di grandissima potenza.
La sua confessione e l'analisi di sè stesso sono così toccanti che non ho saputo da che parte stare. Sa commuovere nel descrivere gli spasimi del cuore di un adolescente, e convince quando parla di trepidanti attese edi oneste intenzioni.  
Da una parte ho creduto in lui, nella sua onestà, nella sua garbatezza, nel suo riscatto sociale, dall'altra l'ho giudicato un uomo meschino, debole, vanitoso e narcisista "seduttore di cameriere in libera uscita".  
Leonida, sempre controllato, prigioniero della sua nuova classe sociale e delle comodità che essa offre, "largitore di illusioni matrimoniali", capace di ammettere di avere un cuore guasto, convinto che solo per caso la sua vita abbia preso una piega ben diversa dal coetano povero e senza denti incontrato nel Parco di Schonbrunn.
Diviso tra due donne,  Amelie e Vera: due figure femminili assolutamente agli antipodi: una aristocratica, donna di società, abituata agli agi, con scarso autocontrollo, ma molto sincera; l'altra pratica, severa e tagliente, di origini ebraiche.
Particolare non da poco visto il periodo storico, e i velenosi giudizi di cui inevitabilmente gli ebrei sono vittima in quegli anni: vittimistici, privi di tatto, inopportuni, teatrali.

Werfel possiede una prosa analitica, garbata, precisa e puntuale, una capacità di raccontare gli ambienti con soli particolari, come il contenuto del cassetto di una moglie innamorata e devota, o la hall di una albergo non certo di lusso.
 
Tantissimi gli spunti di riflessione che offre questa lettura. 
La classe politica, per esempio, che gioca le sue carte intorno a un tavolo alle 11 del mattino e ...

Nella corriva alacrità delle riunioni notturne germoglia ciò che è stato seminato durante il giorno, fruttica con dolcezza il grembo degli intrighi. Per questo anche un politico in carica non può rinunciare alla notte, che è un elemento equivoco ma pur sempre produttivo.

Come questo libro sia arrivato nella mia lista desideri  è una piccola avventura, poichè Il pianeta dei nascituri di Werfel nell'edizione Medusa della Mondadori era tra i libri ereditati dalla nonna di Amica. L'impavido Mr. Mad non si è lasciato spaventare dalla mole del romanzo, e mi ha consigliato l'autore. E così ho trovato questo titolo.
Guarda caso, è stato il primo ad essere proposto nel nostro  da poco nato gruppo di lettura tra amiche. 
Una meravigliosa lettura che mi stava aspettando.

 Titolo: Una scrittura femminile azzurro pallido
Autore: Franz Werfel
Traduzione: Renata Colorni
Pubblicazione: Adelphi, 2005
Pagine: 131

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