Il morso della vipera, Alice Basso

Finalmente posso smentire chi mi ha rimproverata di leggere solo libri di gente morta.

Avevo appena finito La dama delle camelie col mio gruppo di lettura, e io e la mia amica avevamo voglia di leggere ancora qualcosa insieme. 
Poichè è difficile tenere testa a quel capolavoro, abbiamo cambiato completamente genere.
Buttiamoci su una lettura fresca, su un giallo, su una scrittura leggera che ci faccia dimenticare la passione di Armand e Marguerite.
Abbiamo scelto Alice Basso. Conosco bene la sua prima creatura, Vani Sarca (la trovate sul blog qui, qui, e qui ): è una penna carica di humor, è sagace, e insomma, la mia amica si è fidata.

Ed ecco il debutto di una nuova protagonista.
Siamo nel 1935, Anita Bo è figlia del tabaccaio di piazza Statuto a Torino.
Bella, bellissima, furbetta. Una bella che sa di essere bella, che crede di non essere poi molto di più che bella, che si dice  pronta a voler fare l'angelo del focolare di Corrado e dei suoi futuri 6 pargoletti.
Eppure, alla tanto sospirata proposta di matrimonio, risponde che prima preferisce lavorare per sei mesi. "A scopi pedagogogici, spiega. "Per essere una madre migliore".

Finisce così a fare la dattilografa per la casa editrice Monné, che pubblica traduzioni di gialli americani e qualche nuovo giallo italiano che possa compiacere il Duce.

Nel 1935. tutto intorno ad Anita è un Fascio. Tutto sembra essere assolutamente consenziente al Regime. Eppure qualcosa non torna. 
Quando una donna anziana viene brusacamente allontanata da ben sei poliziotti perchè mette in discussione un eroe di guerra,  Anita e il suo datore, Sebastiano Satta Ascona, vogliono andare a fondo. 
E qualcosa scoprono. Se non altro che comincia a serpeggiare una certa diffidenza e un certo malcotento, e che è più diffuso di quanto si pensasse.

Questa nuova serie è una viaggio nell'editoria dell'Italia fascista, il che rende il background del giallo molto interessante. Anche se lo stile è molto scorrevole, si avverte che dietro c'è un bel lavoro di approfondimento.

Per gustarlo davvero ho dovuto superare pagina 100. La necessaria presentazione dei personaggi ha invaso la prima parte, mentre mi aspettavo di giungere subito alla storia vera e propria, ma questo potrebbe essere un mio limite. 
Rimangono  poi due piccolissimi nei, che pure potrebbero essere assolutamente genialate e io non averle capite. Uno è l'utilizzo di similitudini che Anita non può conoscere perchè la storia è del 1935 (.... ma questo non avrebbe potuto saperlo, che ricorre spesso nel testo), e poi l'intento smaccatamente didascalico antifascista, che è assolutamente comprensibile, magari inevitabile, e che naturalmente condivido in pieno. Solo che entrambi gli elementi mi ha creato un senso di straniamento nella lettura, una consapevolezza estranea di chi ha già una visione d'insieme e sa già come va a finire la Storia.

A lettura finita, posso dire che ne esco soddisfatta. Il modo di scrivere della Basso mi piace, la storia è molto ben costruita, Anita mi è più simpatica di  Vani, che invece simpatica non mi è mai stata.
 
Finisce per ora la mia breve incursione nel mondo degli scrittori vivi e in buona salute.
Torno al mio  mondo degli scrittori passati a miglior vita: il prossimo mi sa che sarà Il mare non bagna Napoli della Ortese.

Titolo: Il morso della vipera
Autore: Alice Basso
Pubblicazione: Garzanti, 2020
Pagine: 302



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