L'albergo della magnolia, Lia Levi



Ecco la mia lettura dedicata alla Giornata della memoria.

Quest'anno ho ripreso in mano Lia Levi, che mi era piaciuta tanto qualche anno fa e che mi ero ripromessa di leggere di più.

Rispetto a La sposa gentile, qui il punto di vista è capovolto. Si tratta sempre di un matrimonio misto, ma questa volta è la famiglia ebrea a sbiadire in sottofondo, e la (non) integrazione di Dino,  in una famiglia gentile (in questo caso di nome e di fatto) è posta invece in primo piano.

Prima di iniziare a parlarne, voglio solo premettere che ho ascoltato questa meravigliosa storia in audiolibro, letta magistralmente da Roberto Accornero. La voce pacata ha diluito il pathos della narrazione, lo ha centellinato. Il lettore sa, anche perchè le prime pagine chiariscono già le cose, ma il racconto dilaziona la commozione, come se la tenesse a freno, per poi lasciare andare la sofferenza. 

Ho già provveduto a comprare anche il cartaceo, ma sono molto soddidsfatta di averla ascoltata. 

Dino Carpi, il protagonista, scrive una lunga lettera al figlio italiano dal kibbutz in Israele in cui si trova ora a vivere. E' una lettera in cui chiede perdono, in cui gli offre la verità, gli offre la ricostruzione dei fatti senza odio e senza rancore, ma in cui traspare la grande speranza di un giovane innamorato e la grande delusione di uomo schiacciato dalla Storia.

Cresciuto da figlio unico nell'albergo romano dei suoi genitori, Dino, appassionato di Pindaro, diventa docente di lettere classiche. [Già questo gli fa acquistare punti, tanti punti.] E' solitario, riservato, sensibile, e quando si innamora lo fa in maniera totalizzante. Si abbandona completamente all'amore per Sonia Gentile, questa "armoniosa" ragazza ariana appartenente alla "Roma bene" e fascista. Il suo amore per lei gli fa dimenticare se stesso, e qualche volta gli fa calpestare la sua identità e la sua dignità.

Insieme a loro un universo di personaggi assolutamente credibili: Clotilde e Lorenza, le sorelle di Sonia, una assolutamente allineata al regime, l'altra recalcitrante ad ogni regola; Ruben il cugino di lui, l'anima razionale e realista; Gherardo, il cugino ricco e nobile, di quelli che sopravvivono ad ogni cambio di vento.

Dal cambio di vento, ovvero dal 1938 in poi, invece Dino viene completamente schiacciato, o meglio viene completamente spazzato via. La sua esistenza perde i pezzi a poco poco (prima il lavoro, poi il matrimonio misto), fino a scomparire completamente.  Con le leggi razziali, tutto ciò che aveva costruito crolla rovinosamente, e la sua salvezza gli costa la rinuncia anche alle macerie che erano rimaste.

  Se state cercando un libro su ciò che ha significato essere ebrei in Italia dalle leggi razziali in poi, ovvero dal 1938, questo è assolutamente perfetto: ben raccontato, affascinante e struggente.

L'albergo della magnolia
Lia Levi
E/O, 2012
224 p.
Su audible letto da: Roberto Accornero (Audible studios)

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