Nel silenzio della grotta
Vorrei dare a voi quello che ho ricevuto, e qualcosa in più.
E non parlo solo di spensieratezza, gioia, e buone maniere.
Parlo della fede.
Quella forza che anche se ci fa lamentare dei limiti umani, perchè siamo umani, poi ci fa vedere oltre, e perdonare. Quella forza che ci fa agire per vedere la felicità negli occhi del prossimo, anche se costa, o anche se poi falliamo. Quella forza che ci spinge a guardare oltre la giustizia umana, anche se con rabbia.
Non è facile comunicarla, la fede.
Quello che la rende difficile, tra le altre cose, è provare a cercare la felicità anche nel dolore; é vedere la luce nelle piccole (o grandi) croci; é trovare la forza di fare scelte che non hanno niente a che vedetre con le ragioni umane.
E la mia paura. La paura di non essere coerente ai vostri occhi, e che ciò sia così lampante da farvi perdere la fiducia. La paura di non trovare le parole per esprimere i pensieri, e le preghiere. Perché a volte le parole sono un'arma a doppio taglio, e rendono in un attimo sterile tutta la pienezza che abbiamo dentro.
Forse ha ragione la mia amica, per comunicare una parte di tutto questo, c'è bisogno che io ne sia piena. E neanche questo è facile. Perché nell'amore, nonostante quello che ci raccontano nei film, non c'è niente di facile.
"Vado a vedere i signori che fanno il pane per Gesù", hai detto ai nonni, quando abbiamo lasciato Bimbo con loro.
Di fronte allo spettacolo affascinante del presepe vivente, non sei rimasta indifferente. Incantata dalla suggestione del luogo, eri curiosa di scoprire l'operosità di ogni bottega. E con mio grande stupore non hai mai dimenticato che ogni cosa era dedicata a Gesù, appena nato: le ninna nanne del cantastorie, le uova del contadino, i lenzuolini ricamati, i mobili del falegname, il pane fatto in casa, le patate bollite, il latte di capra, i pomodori messi a essiccare al sole ...
Di fronte allo spettacolo affascinante del presepe vivente, non sei rimasta indifferente. Incantata dalla suggestione del luogo, eri curiosa di scoprire l'operosità di ogni bottega. E con mio grande stupore non hai mai dimenticato che ogni cosa era dedicata a Gesù, appena nato: le ninna nanne del cantastorie, le uova del contadino, i lenzuolini ricamati, i mobili del falegname, il pane fatto in casa, le patate bollite, il latte di capra, i pomodori messi a essiccare al sole ...
In una bottega, tra le tante, alcuni uomini giocavano a carte.
"Mamma, loro non pensano a Gesù."
Bimba mia, oggi non c'è bisogno che io cerchi parole.