L'erborista di corte, Lisa Laffi

 Un buon romanzo storico funziona quando offre una prospettiva originale, porta in scena personaggi che dalla Storia non hanno ancora avuto giustizia e li riscatta agli occhi del lettore. 

La prima nota di originalità ne L'erborista di corte è di aver riportato in auge una figura femminile, e con lei tutta una tradizione, per troppo tempo sepolta e dimenticata. 

Siamo alla metà del 1400 circa e stiamo parlando di Costanza Calenda e della Schola medica salernitana, una realtà vivacissima e di fama internazionale, tutta medievale e del Mezzogiorno d'Italia. Costanza Calenda è l'ultima delle rappresentanti di questa lunga tradizione di mediche formatasi alla Scuola di Salerno, celebre al suo tempo anche per un trattato sugli occhi che purtroppo è andato perduto. 

Figlia del medico personale della regina Giovanna II d'Angiò Durazzo, Salvatore Calenda, già Priore del Collegio medico di Salerno (prestigiosa istituzione voluta da Federico II che esaminava gli studenti e rilasciava il titolo ufficiale di medico, così come voluto nelle Costituzioni di Melfi, 1231), si laureò poi all'Università di Napoli nel 1424. 

L'apprendistato di Costanza avvene, come spesso accadeva all'epoca, in una spezieria. Era dunque un'erborista, consapevole del potere delle erbe, dei benefici di cui sono capaci, ma anche del veleno che possono diventare. 

Costanza ha una protettrice d'eccezione, Giovanna II d'Angiò Durazzo, una regina che ha subito, almeno finora, la stessa sorte della sua protetta. Giovanna II ereditò il trono dal fratello Ladislao all'età di 41 anni, nel 1414. Quel Ladislao che aveva messo a ferro e fuoco mezza Italia, mosso dalla grande ambizione di conquistatore, minacciando il potere di Roma e Firenze, e facendo preoccupare anche i Visconti a Milano. Aveva al suo soldo gli Sforza, che all'epoca non erano ancora duchi di Milano, ma mercenari e combattenti. Nel romanzo a Muzio Attendolo Sforza è dedicata una parte di tutto rispetto.  Quando Ladislao muore nel 1414, probabilmente avvelenato, Giovanna non era affatto pronta a diventare regina. Intanto aveva una cognata, Maria d'Enghien, che non aveva avuto figli da Ladislao, ma non per questo era pronta a farsi da parte. Anche a lei è dedicata una bella parte nel romanzo.

Il momento storico in cui la Regina Giovanna II eredita il trono non è affatto semplice: siamo nel pieno dello Scisma d'Occidente (l'anno dopo si aprirà il Concilio di Costanza). All'attivo ci sono 3 Papi, e diciamoci pure la verità, una serie di nemici disseminati in tutta Italia e pur in Europa. E una delle dotti di scrittura che ha Lisa Laffi è di sapersi districare in momenti storici complicati come fossero di una semplicità assoluta. Con poche frasi fa perfettamente chiarezza su questioni che potrebbero impegnare intere pagine. Una grandissima qualità per chi scrive un romanzo perchè accende una curiosità senza obbligare il lettore ad approfondire.

La figura di Giovanna II, conosciuta a Napoli come una regina dissoluta a lussuriosa, che dava i suoi amanti in pasto ai coccodrilli, è assolutamente rivalutata. Ritroviamo in lei una donna generosa, che porta il peso della corona, insicura e mal consigliata sulle questioni di un regno difficile come quello di Napoli. 

Ultima cosa, ma non meno importante delle altre. Nel romanzo viene raccontata la storia d'amore di Costanza Calenda con Baldassarre Santomango, che poi sposerà nel 1423. Finalmente un uomo medievale (lo stesso si può dire per il padre di Costanza) che incarna il prototipo del cavaliere medievale. Una bella figura, che ci sta proprio bene accanto alla medica salernitana.

Gli argomenti trattati sono tantissimi. L'erborista di corte è la storia di una donna, ma anche un grande affresco del '400.

[Qui la diretta con l'autrice su Instagram]

L'erborista di corte
Lisa Laffi
Tre60, 2022
356 p.



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