Amatissima
Non è che io
scelga i libri a caso. Guardo la copertina, leggo la trama, le
recensioni degli altri lettori. E non è che mi spaventino i libri dolorosi
o pesanti.
Solo che a questo bisogna essere un po' preparati, o
forse io sono arrivata impreparata.
La trama mi piaceva, ho letto poco sull’argomento.
Il fatto è
che è una lettura faticosa: tutta la vicenda non è mai narrata chiaramente:
i fatti non sono narrati, sono allusi. Tutto ha una forma poetica di detto e
non detto, tutto è velato da una sorta di pudicizia.
Leggendolo,
ho capito che cos'è un romanzo evocativo. Lo stile narrativo è la forza di questo
libro, che per me ha rappresentato però un forte limite. A ciò si aggiunge la
presenza costante di una dimensione surreale, alla quale forse non ero pronta.
La storia è
ambientata durante la guerra di secessione americana, e ha per protagonisti un
gruppo di schiavi fuggiaschi, in particolare una giovane schiava, Sethe, e le
sue figlie. La vicenda, a quanto pare, è un fatto storico. Questa giovane donna,
pur di non lasciare che sua figlia vivesse nelle condizioni che lei stessa ha
dovuto subire, la uccide quando la piccola ancora non camminava.
I ricordi
del tempo della schiavitù si intrecciano a quelli presenti, narrati diciotto
anni dopo l’infanticidio.
I sensi di
colpa di Sethe, e la memoria di ciò che non si può cancellare si materializzano
in Amata, o nel suo fantasma. Sono fantasmi della mente, o forse sono reali. Tutto
è un po’ nebuloso. Tutto rimane onirico. La luce nel libro viene dalla
sensazione della scoperta della libertà.
Bellissima la scena della pattinata sul ghiaccio di
Sethe e le figlie.Amatissima / Toni Morrison. - Milano : Sperling, 1996.
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