Oliva Denaro, Viola Ardone
Viola Ardone. Oliva Denaro. L'una l'anagramma dell'altra.
Perché le donne hanno tutte forme diverse, ma una Storia in comune.
Cambiano gli anni, cambia i luoghi della narrazione, eppure Viola Ardone conserva il potere di una scrittura pregna.
Ha il potere di uno stile che immerge subito nel suo contesto. Se l'anno scorso sentivo tra le pagine l'odore dei vicoli partenopei, questa volta ci metto poco per essere in Sicilia, nella modesta casa di Amalia e Salvo Denaro, casalinga e contadino, della prima figlia Fortunata e dei suoi figli gemelli, Cosimino e Oliva.
Questa storia inizia quando Oliva ha quasi 15 anni. E'una che ha imparato tutte le regole di vita che le ha impartito la madre, e le ha osservate anche. Sa che per ogni occasione c'è un modo di comportarsi, e con queste certezze la madre l'ha cresciuta. Seguire le regole vuol dire aver salvo l'onore, che è la cosa più importante per una giovane donna.
La femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia.
E a queste sicurezze che si aggrappa nella sua adolescenza, in quel momento di gran confusione, quando si prende consapevolezza del proprio corpo. O quando sono gli altri a svelarti quella consapevolezza: gli sguardi lascivi, i corteggiamenti goffi e inapropriati, ma anche gli occhi del paese, della tua stessa madre, ti rivelano che puoi essere oggetto di desiderio.
Anche quando viene violata, sembra che Oliva non abbia gli strumenti
per comprendere l'abisso in cui sta precipitando, perché del suo corpo
non è mai stata padrona, di quel suo corpo costantemente sorvegliato,
giudicato, punito.
Ma essere oggetto desiderante e/o desiderato non è l'unica battaglia che combatte un'adolescente: la ricerca dell'identità è una strada difficile, e sono tante le figure che contribuiscono a fare luce. Una maestra troppo moderna per il paese, un padre antieroe, troppo diverso dagli uomoni d'onore di Martorana, le certezze granitiche della madre, il destino infausto della sorella, l'amica progressista figlia di un comunista, gli occhi delle comari sempre pronti a giudicare.
Ed è quello che succede a Oliva. Le regole sempre seguite, il camminare a testa bassa, l'invisibilità a cui sembra aspirare non la mettono al riparo.
Oliva subisce la peggiore delle violenze, eppure non riparerà la sua rottura con l'infelicità.
Un romanzo che sembra in effetti ispirato alla vita di Franca Rame, e al cammino sociale e giuridico che ha portato poi alla cancellazione dal codice penale dell'articolo 544, quello che permetteva di estinguere il reato di violenza sessuale con il matrimonio riparatore, nel 1981. Solo nel 1996 lo stupro venne riconosciuto come reato contro la persona.
Nel frattempo tante donne violate hanno subito la beffa di un matrimonio infelice, ma tante eroine silenziose hanno saputo dire di no.
L'innegabile valenza sociale di questo libro è comparabile solo alla grande sensibilità che l'autrice dimostra verso i suoi personaggi.
La forza di questa narrazione sia stata di aver trasferito una battaglia sociale ad una dimesione intima. Non si tratta di femminismo, nè di liberaralismo, nè di ideologia ma di spezzare una catena. Non è solo un libro sui diritti delle donne, è un libro che scava nel cuore di una ragazzina, di quel delicato cuore adolescente, che comincia a vedere il mondo per quello che è. Qualcosa va in pezzi, e bisogna faticosamente ricostruire. L'occulto matriarcato nel quale vive, dove è la madre che stabilisce i ruoli, e la figua di un padre che la lascia invece libera, e perciò ancora più confusa, non sono facili punti di partenza.
Questo romanzo si è conquistato senz'altro il podio del 2021 per la miniera di relazioni delicate e decisive cha ha raccontato. Quando l'ho acquistato ho sperato che mi rimanesse dentro come Il treno dei bambini, e ho in effetti ritrovato quel sofferto rapporto con la madre, che già mi aveva tanto commosso, sebbene trattato da un punto di vista completamente diverso.
Eppure anche la madre di Oliva merita, e tanto, nonostante le prime pagine.
C'è un personaggio ponte con Il treno dei bambini: una donna, Maddalena Criscuolo, la militante dell'Udi, che aiuterà Oliva nella causa contro il suo aguzzino. Anche lei ha una storia da raccontare. E la Ardone ha già dichiarato che non sarà l'ultima.
Comprato ieri. Ho amato Il treno dei bambini e so già che amerò questo. Mi sto riservando il piacere di leggerlo ad un momento più libero.
RispondiEliminaBene! Io penso sia la migliore scrittrice italiana contemporanea.
RispondiElimina