La grande sete, Erica Cassano


Erica Cassano è giovanissima, ed è appena uscita dalla scuola Holden. Poteva bastare questo a farmi voltare esattamente dall'altra parte. 

Che cosa mi abbia fatto scompaginare l'ordine delle mie letture (ho una marea di gdl per i quali sono perennemente in ritardo, e una lista di libri acquistati e non letti che grida vendetta) e preferire questa giovane scrittrice ancora non me lo spiego del tutto. 

O meglio, da ragazza avrei detto che il libro "mi chiamava"; adesso , più realisticamente, dico che l'entusiasmo di questa ragazza nelle interviste è contagioso, che la Napoli del '43 è un argomento che non mi sarei persa per niente al mondo e che, confesso il mio peccato, mi piace la copertina.

 E questo è bastato per mettere da parte i miei pregiudizi sulle scuole di scrittura.     

Veniamo al dunque. 

La grande sete è un grande affresco, non vi aspettate di restare incollati alle pagine: è una fabula senza intreccio. 

Raccontarlo è difficile perché la trama è esile, e solo verso le fine del libro vira verso una qualche soluzione. 

Si tratta del racconto degli anni difficili che vanno dal 1943 al '45, ovvero dal settembre dell'armistizio, quando i napoletani insorgono contro l'occupazione tedesca (le quattro giornate di Napoli appunto), l'arrivo degli Americani e lo spiraglio della risalita.

La protagonista è Anna, secondogenita di una famiglia trasferitasi a Napoli da Genova. 

Padre ferroviere antifascista, che infatti si è meritato il confino a Napoli, madre ballerina, sorella maggiore già sposata con due figli, ma rimasta a vivere con la famiglia d'origine. 

Per stessa ammissione dell'autrice, Anna è la vera artefice del racconto originario: è infatti la nonna di Erica Cassano che lasciò in un cassetto il racconto di quegli anni, che poi la nipote ha ripreso, approfondito e rimaneggiato.

Ancora una volta non concordo con la presentazione che si sta facendo del libro: si racconta a chi non l'ha ancora letto che incontreranno una giovane donna piena di speranza che tra le macerie va incontro con determinazione al suo futuro. Ho trovato invece una protagonista grigia, confusa, che procede a tentoni. Una donna che mi ha ricordato per certi versi Ida (La storia, Elsa Morante) per quei passi incerti con cui va incontro al suo destino. E credo di fare  un complimento all'autrice che ha rappresentato una figura veritiera per quegli anni. 

Il titolo si deve al fatto che i tedeschi danneggiarono l'acquedotto dl Serino, e la città rimase senza acqua. Chiaramente si tratta di un titolo metaforico: la grande sete è quella della rivalsa, del riscatto di una città messa in ginocchio dalla guerra. 

La protagonista, infatti, è proprio la città. Il ritratto di una Napoli "mai una gioia": bombardamenti, violenza, prostituzione, speculazione, diserzioni, miseria, sporcizia. 

C'è una pallida e platonica storia d'amore, come fosse un raggio di sole in una cantina buia, che vivacizza un po' il racconto, che altrimenti giacerebbe sotto il peso delle difficoltà che racconta.

Ci sono poi gli Americani, che in questa storia c'entrano parecchio: non spoilero niente visto che è scritto sul risvolto di copertina, se rivelo che Anna andrà a lavorare presso la base Nato di Bagnoli, grazie ad una grammatica inglese che il padre le aveva regalato. 

Bello che la svolta si debba ad un libro. Molto interessante la percezione diffidente che i napoletani hanno verso gli americani "alleati", che li hanno bombardati fino a qualche giorno prima della firma dell'armistizio.

Intanto, è facile individuare le ispirazioni letterarie che ci sono dietro la scrittura: Erica Cassano le racconta in una nota alla fine del libro, ma modestamente mi sento di aggiungerne una al trio citato:  la Napoli milionaria di Edoardo De Filippo. 

Per il resto, l'incipit ricalca quello de La pelle di Curzio Malaparte (assolutamente da recuperare) e Napoli '44 di Norman Lewis (che non era in wishlist per la verità, ma che a questo punto aggiungo); l'evocazione maggiore però non può che essere La storia di Elsa Morante: Perfino Stella, la gatta del condominio, ricorda Rossella, l'indimenticabile streghina della Morante.

Stile superiore alla media della narrativa italiana contemporanea: chissà se merito suo o della scuola di scrittura: lo sapremo nel prossimo romanzo.

La grande sete
Erica Cassano
Garzanti, 2025 (Narratori moderni)
384 p.  

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