Una vita allo sbando, Anne Tyler
Anne Tyler n. 8.
Tra i mille mila titoli pubblicati dalla mia autrice preferita, scelgo questo direttamente dalla mia libreria.
L'argomento è quello su cui spesso torno a tormentarmi: l'adolescenza e i suoi perchè.
Con una tredicenne e un decenne preadolescente in casa, ho spesso voglia di leggere storie di chi se la passa peggio della sottoscritta. Consola parecchio, devo dire.
Una mia cara amica, per spiegare al figlio cosa fosse l'adolescenza, gli ha detto che i ragazzi a quell'età assomigliano a degli ubriachi. Vagano così, quasi sempre in preda all'euforia, difficilmente concentrati sulle cose realmente da fare, oppure in preda agli sconforti più totali.
Evie e Drum, i protagonisti di questo libro, sono proprio così.
Timidi e insicuri, vagano in mezzo a contorni sfumati, e sembra che facciano cose a caso, guidati da una imprecisata voglia di agire, non si sa bene in quale direzione.
Lei è una goffa diciassettenne, molto sola, con un padre apparentemente distaccato, ma forse solo incapace di fare il padre; lui, diciannovenne, un musicista narciso e presuntuoso quanto basta, alla continua ricerca di conferme.
Le trova tutte in Evie queste conferme, desiderosa di vivere, pronta a darsi, a crescere, a non risparmiarsi, a vedere soluzioni ad ogni problema, a vedere il bello di ciò che sarà e non lo squallore del presente.
Così a soli 17 anni Evie lo sposa, trascura la scuola, va a vivere in una baracca, ricuce tutti i rapporti che lui aveva sfilacciato, comincia alvaorare per portare qualche soldo a casa.
Come tutte le donne che amano troppo, al limite dell'abnegzione, conosce anche lei la delusione di avere accanto un uomo che non ne è all'altezza.
La delicatezza di Anne Tyler sa bene dove colpire.
Lo segno. Sembra interessante.
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