Mia nonna d'Armenia, Anny Romand
Posso dire con orgoglio di aver allattato la mia primogenita leggendo La masseria delle allodole di Antonia Arslan.
[e così mi posso spiegare tante cose della sua adolescenza anche ...]
La mia passione per la causa armena nasce da una grande amicizia. Una ragazza molto dolce che ho conosciuto quando frequentavo la Scuola Vaticana di Biblioteconomia. Stringemmo subito, diventammo come sorelle per un lungo periodo.
Stamattina, appena ho finito il libro, le ho scritto.
E' nata a Lione, e mi raccontò tutta la storia della sua famiglia, armena.
Da lì non ho mai smesso di amare questo popolo perseguitato.
E questo, credo, sia uno degli ultimi libri scritti sull'argomento.
E' una storia scritta a due voci, una nonna e una nipote. Praticamente quello che avrei voluto fare tante volte con la mia, di nonna, che pure ha avuto una storia tutta particolare.
Serphouhi Hovaghian scrive un diario tra il 1915 e il 1917. E' il diario di una deportazione, delle fughe continue dalle carovane umane, in cerca di salvezza. Un diario di abbandoni e di disperazione.
Jean Louis Théodor Gericault, La Balsa de la Medusa |
Una voce delicata e innocente che spiega uno dei più brutali genocidi del 20. secolo.
"E' un po'strana, mia nonna. La proteggerò sempre"
Una delle prime cose che le sentiamo dire.
Tutto questo dolore non è passato senza lasciare traccia. La nonna alta, bionda, che parla francese, armeno, turco e greco, ha però una tristezza che la consuma. I ricordi della violenza, della fame, del freddo, della figlia perduta, la perseguitano ancora. Non ha paura di condividere con la nipotina tutto questo dolore, che tutti sembrano volersi lasciare alle spalle. E Anny, a soli 8 anni, vorrebbe difenderla da tutti i suoi fantasmi
Ci sono poi un paio di quadri citati più volte nel libro
Il massacro di Scio, di Eugène Delacroix
e
La zattera della Medusa, di Théodore Géricault
Non c'è solo la disperazione dei protagonisti, ci sono tutte le persecuzioni delle minoranze.
E anche se tutto sembra finito, anche se tutto sembra racchiuso in un libro a (semi)lieto fine, non dobbiamo mai dimenticare di indignarci ancora di fronte all'orrore dela violenza.
Titolo: Mia nonna d'Armenia
Autore: Anny Romand
Traduzione:Daniele Petruccioli
Pubblicazione: La Lepre Edizioni, 2020
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