#expo2015: memorandum
Prima regola di coppia Bratter: se Corie vuole
trascinare il bradipo Paul con se in viaggio, allora il viaggio deve essere
pianificato (e comodo) nei minimi dettagli.
Perciò Corie ha scelto un albergo molto
confortevole al centro di una cittadina brianzola, con tanto di navetta per
l'Expo, così che Corie sono fosse costretta a decifrare cartine stradali
incomprensibili (vista la riluttanza di Paul a usare il navigatore: una storia
che prima o poi racconterò).
Tra l’altro proprio sotto l’hotel c’era un
ristorante pizzeria molto buono; specialità pesce. Ragazzi, i Bratter vengono
dal mare, non si può pensare che mangino pesce in Brianza. Ma della pizza
possiamo dirne più che bene.
Il pacchetto comprendeva albergo 3 notti,
biglietto open due giorni Expo, navetta.
Il tutto per quattro: Gugu è rimasto a casa. Tra
mille sensi di colpa, Corie si è sentita sul podio della migliore madre
traditrice 2015. Una volta lì però non ha avuto rimpianti. L’Expo non è
assolutamente adatto a bambini di 20 mesi. Già se lo immaginava incatenato
recalcitrante al passeggino per 12 ore, non potendo partecipare ai giochi che
facevano i fratelli, e neanche scendere per correre, che non lo avremmo
ritrovato mai più.
Perciò Gugu è rimasto tra le braccia dei nonni
per tre notti, e, detto tra noi, secondo me Bimbo e Paul un po’ lo hanno
invidiato.
La mia amica mi aveva dato una dritta impagabile
consigliandomi di portare il passeggino per Bimbo. Ok, Bimbo ha compiuto 5
anni, e ne dimostra 7. Ma sempre ne ha 5, #dicoio. E l’Expo è veramente grande:
fare due giorni avanti e indietro tra file e attrazioni per due giorni non è
esattamente alla portata del mio cinquenne: perciò menomale che avevamo con il
passeggino.
In più, il passeggino fa risparmiare un sacco di
file: innanzitutto quelle di ingresso (almeno 1 ora) e poi quelle di molti
padiglioni (Padiglione zero, Marocco, Angola, Brasile). Certo, qualche volta
guardando Bimbo (che dimostra sempre 7 anni), hanno guardato male me, ma in
quei casi ho elegantemente evitato di insistere.
I bambini hanno partecipato al Children Park,
allo spazio bimbi della Kinder, e al padiglione della Confindustria, poco
pubblicizzato ma molto carino per i ragazzi, con moltissimi giochi
multimediali.
Dopo i padiglioni, la cosa più bella di Expo è il
cibo. Non è possibile uscire di là senza aver mangiato. Ed è una vergogna che
tra gli sponsor ufficiali ci sia Mc Donald. Intendiamoci, i Bratter ci vanno
spesso e con piacere, ma insomma, certo non porta la bandiera del cibo sano,
cotto al vapore, né dei menu per intolleranti, vegetariani, vegani etc. etc. E
certo non è che si impegna per sanare la fame nel mondo. Perciò, a casa ci va
benissimo, ma l’Expo è anche l’occasione per assaggiare le cucine di tutto il
mondo cucinate dai cuochi locali.
E così Bimba ha assaggiato il sushi al ristorante
Giapponese, abbiamo mangiato il panino con wrustel tedesco, il gelato del
sudtirolo, le patatine fritte del Belgio, etc.etc.
Organizzare un terzo giorno per visitare la
mostra Arts & Food alla Triennale sarebbe stato chiedere troppo (alle
ferie, ai bambini, a Paul, al portafoglio), ma pochi sanno che sopra il
padiglione Eataly Vittorio Sgarbi ha allestito una mostra di 200 opere d’arte,
dal medioevo ad oggi, divise per Regioni.
Non si fanno file lì, non lo sa nessuno. Ed è
bellissima. Nutrimento per l’anima, almeno un piccolo assaggio.
Memorandum Expo2015:
La foto cartolina ricordo scattata con Bimba
prima di andare via;
la pausa dopopranzo sul lungofiume;
il balletto di Paul nel padiglione Coca cola
(prima o poi lo metto su Youtube);
Il cluster del cioccolato (che buono);
La fila per assaggiare l’hamburger di
coccodrillo, e non trovare il coraggio di comprarlo;
etc. etc. etc.
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Due chiacchiere con Corie ....: