Una morte perfetta, Angela Marsons
Quarto libro della serie Kim Stone.
Avevo letto il primo libro circa 2 anni fa (Urla nel silenzio), quando partecipavo alla reading challenge, e questo mi è stato riproposto in una lettura collettiva.
I thriller non mi dispiacciono come catergoria d'evasione, ma probabilmente se non fossero letture condivise eviterei di leggere i sequel del genere in solitaria.
Anche se i volumi si presentano come autoconclusivi, temevo di avere qualche poblema non avendo letto il secondo e terzo, e in effetti delle difficoltà le ho incontrate.
Non ricordavo chi fossero Dawson e Stacey, fino alla fine non ho distinto Bryant da Dawson. Daniel Bale e Tracy Frost già c'erano nel primo libro? Mah, io mi ricordavo solo della poliziotta dal passato burrascoso.
Quello che mi era rimasto impresso, invece, e che poi mi era piaciuto molto della scrittura della Marsons è l'insistenza su storie di donne fragili, dal passato spesso violento.
Kim Stone è una protagonista indiscussa, una donna poliziotto con una gran scorza di cinismo, coraggiosa, decisa, talvolta ironica, specie nel suo flirt con Daniel Blate, l'osteoarcheologo che avrà conosciuto in qualche puntata precedente
"Voglio solo che finalmente ti renda conto, e che ammetta, che tra di noi c'è una scintilla."
"Non c'è nemmeno cenere tra di noi, dottor Bate."
Tutto l'universo femminile rapprensentato nasconde sotto la durezza e la determinazione delle ferite difficilmente rimarginabili, e molta fragilità.
Riguardo all'intreccio, è senz'altro ben costruito:
- una serie di delitti al femminile, i cui corpI vengono rinvenuti nella tenuta del Centro per lo studio della decomposizione dei corpi (Westerley);
- Tracy Frost, giornalista che si ritrova coinvolta fino al midollo in questa storia;
- La storia di Bob, un uomo la cui morte non è stata mai rivendicata, ritrovato nelle acque di un lago a cui la nostra vuole dare assolutamente un'identità
- Catherine Evans, la dottoressa entomolga del centro, enigmatica fino alla fine.
Insomma, i casi sono parecchi e molto ben intrecciati. Il passato è senz'altro la chiave per capire. Scavare a fondo nella vita delle persone è come leggere la loro mente di adesso.
Non è stato un thriller che mi ha fatto rimanere sveglia, nè che mi ha impressionata, nè che non potevo smettere di leggere. E' stata una storia ben congegnata e ben scritta, ma ho come l'impressione che se non fosse per questa recensione finirei per dimenticare tutto anche questa volta.
Titolo: Una morte perfetta
Autore: Angela Marsons
Traduttore: E. Farsetti C. Nubile
Pubblicazione: Newton Compton, 2018
Pagine: 351
Io ho letto i 3 romanzi, globalmente mi sono piaciuti, ma a malapena li distinguo... Temo che sia un limite della letteratura di evasione. Comunque appena possibile leggerò anche questo :sono ben scritti e si affrontano bene
RispondiEliminaE' così, io dimentico le trame completamente. Rimangono proprio dei frammenti, per questo cerco di scrivere le recensioni.
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