Paesaggio con bambina, Aharon Appelfeld


Di tutti i libri sull'olocausto questo è il più delicato che ho letto finora, pur essendo atroce e commovente.
Il punto di vista di questa ragazzina ignara di quanto stia succendendo altrove, smuove tutta la nostra tenerezza, insieme al desiderio di proteggerla fino all'ultima riga.
Si chiama Tsili Kraus, ha 13 anni, e  vive in un meglio precisato paesino dell'Europa orientale.
La sua storia  assomiglia molto a quella del suo autore: dopo essere stato internato in un campo di concentramento, riuscì a fuggire e vagò per 3 anni nei boschi.
Tsily  non conosce il campo di concentramento, non ne è nemmeno a conoscenza, viene però abbandonata dalla sua famiglia e si ritrova completamente sola.
Deve far leva sulle sue insospettabili capacità di sopravvivenza , finisce vagabonda nei boschi , elemosinando un tetto da una casa all'altra, nel completo oblio di se stessa e della sua storia.
Sono pagine piene di tenerezza e malinconia.
Si parla di olocausto, di guerra, di profughi,di prigionieri, eppure nulla di tutto questo si palesa ai nostri occhi. La guerra, per Tsili,  è un'eco lontana, forse irreale. Tutta l'atroce realtà è avvolta da una fitta nebbia di allusioni.
Tsili è la storia di una bambina miracolosamente sopravvissuta all'olocausto, costretta a mentire su di sé per allontanare il pericolo (essere figlia di una prostituta è meglio che esserlo di un'ebrea), a mendicare, a crescere da sola dando a se stessa tutte le risposte necessarie. Ed è la storia di una ragazzina la cui vita vince sulla bruttezza del mondo, che spera fino alla fine, nonostante l'abbrutimento di chi la circonda.


"Non c'era nessun risentimento nel suo cuore, solo nostalgia, nostalgia per la terra che calcava."



Titolo: Paesaggio con bambina
Autore: Aharon Appelfeld
Traduttore: Elena Loewenthal
Pubblicazione: Guanda, 2009
Pagine: 154

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