La melodia di Vienna
Un romanzo meraviglioso, che ho goduto dalla prima all'ultima riga.
Una storia di famiglia, ambientata a Vienna, tra l'ultimo ventennio del diciannovesimo secolo e la seconda guerra mondiale.
Le vicende riguardano le tre generazioni degli Alt, illustri costruttori di pianoforti, fornitori di corte, nella cui casa Mozart suonò Il flauto magico, al n.10 di Seilerstätte
Alta borghesia, insomma, che non perdona facilmente a Franz, erede della ditta, l'ingresso in famiglia della moglie Henriette Stein, di origini ebree.
Henriette è stata per me la protagonista assoluta di questa lettura.
Una donna all'apparenza stravagante, ma molto tormentata, incapace di essere felice, prigioniera delle formalità e della morale viennese. Una romantica anaffettiva, tanto propensa alla passione quanto inadeguata al ruolo di moglie e di madre. Lei stessa non esita a paragonarsi a Madame Bovary:
Gli occhi di lei si illuminarono. Quante volte aveva pregato Franz di portarla a Parigi. Come aveva divorato i libri che venivano da lì! In un determinato momento – ma non lo aveva rivelato a nessuno – aveva scoperto una certa somiglianza tra lei e Madame Bovary. E una somiglianza ancora più grande tra Franz e il dottor Bovary. «Sarebbe magnifico!» disse.
Il figlio Hans eredita dalla madre lo stesso tormento interiore, aggiungendo l'incapacità di perdonarsi. Lo vediamo crescere, dai primi insuccessi scolastici, agli scontri con il padre, alla mancata ammissione alla scuola d'arte (dove conosce Adolf Hitler), fino a quando si innamora ed è costretto ad accettare un grande dolore, e una grande delusione.
E vivendo al quarto piano del n. 10 di Seilerstätte, in seno a questa famiglia, che comprendiamo la sua scelta di avvicinarsi ai social democratici, come quella di suo fratello Hermann, diametralmente opposta, che si rivela un nazista fanatico partecipando all’attentato contro il Cancelliere Dollfuss, come anche comprendiamo la leggerezza e la voglia di vivere di Martha Monica, l'ultima, illegittima, figlia di Henriette.
Le vicende e i personaggi sono molteplici, e tutti perfettamente incastrati del loro background storico: tutti, dallo zio procuratore, a quello pittore, al padre integerrimo e formale, alle zie intransigenti, alla cugina suor Agathe, interpretano i vari volti di un Austria in decadenza.
Sarebbe infatti riduttivo considerare La melodia di Vienna come un romanzo solo familiare: a esesre messi in scena sono le contraddizioni dell’Austria di fine secolo, la guerra, e la caduta dell'Impero.
E' un romanzo che riflette molto sui tempi che descrive, che scava a fondo sugli errori della dinastia Asburgica. Non risparmia nulla alla figura di Francesco Giuseppe, sul quale getta una luce sinistra, come politico e come padre. Per chi, come me, è cresciuta col mito di Franz e Sissi, è stato un duro colpo. E Rodolfo, suo figlio, cui è dedicato un bel ruolo, viene rappresentato in tutta la sua fragilità.
Eppure l'amore dell'autore per la sua patria in decadenza si respira in ogni pagina. Non è un amore nostalgico, ma un amore per ciò che l'Austria è, e ha dato all'Europa.
Qui in Europa, per non dire a Vienna – ché Vienna è il cuore dell’Europa – si trova la medicina di cui vi sarà assolutamente bisogno a Chicago come a New York ...
Ciononostante l’America non avrà mai un Mozart. Mai uno Schubert. Mai un poeta capace di scrivere versi immortali. Mai quella dolce, magica linea dei profili delle case di Salisburgo, tutt’uno con i monti alle loro spalle. Mai la bellezza del Wienerwald che preserva Vienna dalla pietrificazione. Non è un caso che la musica dell’anima sia stata creata in Austria. Non è un caso che Mozart sia nato a Salisburgo e Schubert a Vienna. Sono un’espressione organica di queste città, che non si sono pietrificate, ma sono rimaste paesaggi austriaci. Si può vivere anche senza Mozart e Schubert? No! Per vivere e per morire v’è bisogno dei valori da essi rappresentati, e che verranno rappresentati da altri uomini e geni a venire!
L'autore, Ernst Lothar, è stato un intellettuale ebreo viennese, contretto a emigrare in America, dove ha pubblicato La melodia di Vienna nel 1944.
Titolo: La melodia di Vienna
Autore:Ernst Lothar
Traduttore: Marina Bistolfi
Pubblicazione: Roma : e/o, 2014
Pagine: 608
Una storia di famiglia, ambientata a Vienna, tra l'ultimo ventennio del diciannovesimo secolo e la seconda guerra mondiale.
Le vicende riguardano le tre generazioni degli Alt, illustri costruttori di pianoforti, fornitori di corte, nella cui casa Mozart suonò Il flauto magico, al n.10 di Seilerstätte
Alta borghesia, insomma, che non perdona facilmente a Franz, erede della ditta, l'ingresso in famiglia della moglie Henriette Stein, di origini ebree.
Henriette è stata per me la protagonista assoluta di questa lettura.
Una donna all'apparenza stravagante, ma molto tormentata, incapace di essere felice, prigioniera delle formalità e della morale viennese. Una romantica anaffettiva, tanto propensa alla passione quanto inadeguata al ruolo di moglie e di madre. Lei stessa non esita a paragonarsi a Madame Bovary:
Gli occhi di lei si illuminarono. Quante volte aveva pregato Franz di portarla a Parigi. Come aveva divorato i libri che venivano da lì! In un determinato momento – ma non lo aveva rivelato a nessuno – aveva scoperto una certa somiglianza tra lei e Madame Bovary. E una somiglianza ancora più grande tra Franz e il dottor Bovary. «Sarebbe magnifico!» disse.
Il figlio Hans eredita dalla madre lo stesso tormento interiore, aggiungendo l'incapacità di perdonarsi. Lo vediamo crescere, dai primi insuccessi scolastici, agli scontri con il padre, alla mancata ammissione alla scuola d'arte (dove conosce Adolf Hitler), fino a quando si innamora ed è costretto ad accettare un grande dolore, e una grande delusione.
E vivendo al quarto piano del n. 10 di Seilerstätte, in seno a questa famiglia, che comprendiamo la sua scelta di avvicinarsi ai social democratici, come quella di suo fratello Hermann, diametralmente opposta, che si rivela un nazista fanatico partecipando all’attentato contro il Cancelliere Dollfuss, come anche comprendiamo la leggerezza e la voglia di vivere di Martha Monica, l'ultima, illegittima, figlia di Henriette.
Le vicende e i personaggi sono molteplici, e tutti perfettamente incastrati del loro background storico: tutti, dallo zio procuratore, a quello pittore, al padre integerrimo e formale, alle zie intransigenti, alla cugina suor Agathe, interpretano i vari volti di un Austria in decadenza.
Sarebbe infatti riduttivo considerare La melodia di Vienna come un romanzo solo familiare: a esesre messi in scena sono le contraddizioni dell’Austria di fine secolo, la guerra, e la caduta dell'Impero.
E' un romanzo che riflette molto sui tempi che descrive, che scava a fondo sugli errori della dinastia Asburgica. Non risparmia nulla alla figura di Francesco Giuseppe, sul quale getta una luce sinistra, come politico e come padre. Per chi, come me, è cresciuta col mito di Franz e Sissi, è stato un duro colpo. E Rodolfo, suo figlio, cui è dedicato un bel ruolo, viene rappresentato in tutta la sua fragilità.
Eppure l'amore dell'autore per la sua patria in decadenza si respira in ogni pagina. Non è un amore nostalgico, ma un amore per ciò che l'Austria è, e ha dato all'Europa.
Qui in Europa, per non dire a Vienna – ché Vienna è il cuore dell’Europa – si trova la medicina di cui vi sarà assolutamente bisogno a Chicago come a New York ...
Ciononostante l’America non avrà mai un Mozart. Mai uno Schubert. Mai un poeta capace di scrivere versi immortali. Mai quella dolce, magica linea dei profili delle case di Salisburgo, tutt’uno con i monti alle loro spalle. Mai la bellezza del Wienerwald che preserva Vienna dalla pietrificazione. Non è un caso che la musica dell’anima sia stata creata in Austria. Non è un caso che Mozart sia nato a Salisburgo e Schubert a Vienna. Sono un’espressione organica di queste città, che non si sono pietrificate, ma sono rimaste paesaggi austriaci. Si può vivere anche senza Mozart e Schubert? No! Per vivere e per morire v’è bisogno dei valori da essi rappresentati, e che verranno rappresentati da altri uomini e geni a venire!
L'autore, Ernst Lothar, è stato un intellettuale ebreo viennese, contretto a emigrare in America, dove ha pubblicato La melodia di Vienna nel 1944.
Titolo: La melodia di Vienna
Autore:Ernst Lothar
Traduttore: Marina Bistolfi
Pubblicazione: Roma : e/o, 2014
Pagine: 608
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Due chiacchiere con Corie ....: