Figlie del mare, Mary Lynn Bracht

Titolo: Figlie del mare
Autore:Mary Lynn Bracht
Traduzione: Katia Bagnoli
Pubblicazione: Longanesi, 2018
Pagine: 380

Corea del sud, 1943. Occupazione nipponica.
Hana è una haenyeo, una donna del mare, pescatrice di perle. Ha imparato tutto da sua madre, anche a prendersi cura di sua sorella, la piccola Emiko. 
Una semplice famiglia di pescatori su cui incombe un drammatico destino. 
Sotto gli occhi della sua sorellina, Hana, 14 anni,  viene rapita da un soldato giapponese, Morimoto. Si fa rapire per proteggerla. Non se ne pentirà, nonostante le atrocità che dovrà subire da quel momento in poi.
Morimoto diventa il suo aguzzino. La violenta, levandole l'innocenza, e la vende ad un bordello di campo in Manciuria, togliendole anche la dignità. 
Hana diventa ben presto una comfort woman, destinata a saziare sessualmente i soldati giapponesi. 
Lì al campo la chiamano Sakura, Fiore di ciliegio: le hanno rubato anche l'identità.
La storia di Hana è cruda e drammatica; inevitabilmente le pagine scorrono veloci alla ricerca di un riscatto.
Ma anche la storia di Emiko non è facile. Anche lei che si è salvata, ha perso qualcosa. La sua casa, andata in fiamme, suo padre, e poi sua madre. Anche lei costretta a sposarsi per pura costrizione politica. Dovrà fare i conti con un segreto bruciante, con il profondo senso di colpa verso la sorella di cui non sa più nulla. Forse le pagine che la riguardano non sono altrettanto coinvolgenti, ma certo sono rappresentative di che cosa significhi vivere durante la guerra.
Il popolo coreano è un popolo riservato: il senso del pudore e della vergogna hanno nascosto per lungo tempo la sorte subita in guerra dalle proprie ragazze. La stessa Emi non lo confessa ai figli se non poco prima di morire, e solo perché folgorata da una statua che le ricorda la sorella. A quanto pare, è solo dagli anni '90 in poi che le sopravvissute sono uscite allo scoperto per raccontare le atrocità subite, e ad oggi ancora il governo giapponese non ha ammesso i propri crimini di guerra.
Un doppio romanzo, insomma, una doppia narrazione che  oscilla tra il nostalgico sentimentalismo  dei ricordi prima della guerra (e ci sta tutto), e la crudezza che non risparmia nulla al lettore.
Una voce femminile che tratta una storia emblematica del destino di tante donne durante tutti i conflitti, purtroppo; un viaggio emotivo nell'indignazione, nel disgusto, nella sofferenza, ma soprattutto nelle speranza. L'autrice è stata brava nel non spegnere mai nella protagonista e nel lettore il miraggio della salvezza.

⭐⭐⭐⭐

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