La sovrana lettrice, Alan Bennett
Titolo: La sovrana lettrice
Autore: Alan Bennett
Traduttore: Monica Pavani
Pubblicazione: Milano : Adelphi, 2007
Pagine: 95
Comincio a pensare che ci sia un sottile e invisibile filo rosso che guida la scelta delle letture. Ecco un altro libro sul potere che i libri hanno su di noi.
Un potere tale che tiene in pugno perfino la regina d'Inghilterra.
La storia, romanzata, racconta della passione per la lettura nata dall'incontro casuale della sovrana con un biblioteca parcheggiato sul retro delle cucine di Westmister.
Ma una sovrana non è avvezza a gestire e subire passioni. Non è certo stata educata per farsi guidare dai piaceri; per lei esistono solo doveri.
La cosa bella del libro, però, è che qualsiasi lettore che abbia provato, anche una sola volta, il fascino della lettura, può tranquillamente ritrovarsi nei meccanismi descritti da Bennett, pur non vantando doveri regali.
Si tratta di quella insinuazione di dipendenza che molto spesso scatena una storia ben scritta, e che ci ipnotizza fino a che non siamo arrivati alla fine. Quel fascino che ci soggioga che suggerisce anche alla regina mille sotterfugi per trovare il tempo di leggere (come quando finge di essere malata per rimanere a letto a finire la lettura); gran parte infatti del piacere deriva dalla trasgressione dei doveri quotidiani, che tuttavia trova una facile assoluzione dal fine indiscutibilmente nobile della lettura.
Eppure questa dipendenza trasforma: la regina ha la testa altrove, non prova più entusiasmo per nulla, trascura il sui impeccabile modo di vestire, diventa monotematica (cosa stai leggendo? La domanda non viene risparmiata nessuno, dal primo ministro all'ultimo sudditi), senza contare che comincia ad avere un tocco di umanità nel gestire il suo ruolo.
Questa dipendenza compulsiva suscita naturalmente preoccupazione a Palazzo. Si deve ammettere che Mr. Kevin, consigliere personale della sovrana, non ci va poi troppo lontano quando nota:
"Leggere vuol dire sottrarsi. Rendersi irreperibili. Sarebbe già diverso se come passatempo fosse meno ... egoistico".
I lettori sono persone pericolose, ma l'autore non risparmia affatto la categoria degli scrittori. Narcisistica, molto pieni di sè, snob anche quando si tratta della corona d'Inghilterra, la stessa reinserire che è meglio incontrarli nei libri che di persona.
Tra leggeri intrighi di Palazzo, piccoli giochi di potere, etichette di corte e personaggi più che plausibili, Alan Bennett usa la sua penna umoristica per descrivere una passione compulsiva totalizzante.
Termino questo libro con un gran desiderio di leggere Anita Brookner. Dopo averlo letto, capirete perché.
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