Qualcosa di vero, Barbara Fiorio

Titolo: Qualcosa di vero
Autore: Barbara Fiorio
Pubblicazione: Milano : Feltrinelli, 2015
Pagine: 224

Barbara Fiorio mi piace. So che scrive bene, che le sue storie, anche se non trattano di massimi sistemi, trattano di varia umanità.
Parto per questa lettura ben predisposta.
Giulia è una single pubblicitaria quarantenne che, per caso, stringe amicizia con la piccola novenne vicina di casa. Intenerita dalla solitudine della bambina, che passa le sue serate da sola senza la madre, Giulia pensa bene di farle compagnia raccontandole delle fiabe. Non quelle edulcorate e melense, frutto del rimaneggiamento della Walt Disney, ma quelle originali, dai finali truculenti e dei bambini insaguinati e cattivi.
E questo è il tratto originale del libro: la versione sconosciuta delle fiabe con cui siamo cresciuti noi, bambini negli anni '70-'80. 
Questa abitudine serale, che sembra del tutto innocua, innesca delle piccole conflittualità nella classe della piccola Rebecca, che scopre di avere tante compagne invidiose e attacabrighe, e un unico vero amico, il suo compagno di banco, Daniele, che disegna draghi e battaglie.
L'amicizia è il tema portante del libro. Quella tra bambini: crudele più di quanto possano raccontare le vere favole, o sincera e senza riserve, come quella del piccolo Daniele. Quella tra Giulia e Rebecca, un'amicizia anomala, con trent'anni di differenza, che nasce nella diffidenza e finisce nella piena fiducia. E poi l'amicizia tra Giulia e Lorenzo, il suo collega, o forse qualcosa di più. Infine, quella solidale, verso la madre di Rebecca, vittima di violenza, che trova un porto sicuro proprio in quei vicini inizialmente distanti.
Ho  trovato un po' stucchevole la prima parte del libro, nella quale questa novenne dimostra una maturità impropria per la sua età, cedendo al clichè della finta bambina, che capisce e comprende molto più degli adulti. La seconda parte, con le vicende legate alla violenza domestica, almeno acquisisce quel pathos che manca per il resto del libro. Personaggi un po' piatti, senza troppa personalità.
La Fiorio continua a piacermi, non dico di no, ma l'ho preferita in Buona fortuna, dove ha fatto decisamente di meglio.

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