2 aprile, Giornata Mondiale di consapevolezza sull'autismo
A Gugulandia si corre, si corre sempre.
E si salta, sui letti, sul jumping, a volte anche sulla pancia del nonno.
A Gugulandia si parlano due lingue: l'italiano e il gugulese. Il primo serve a parlare con gli altri, il secondo a parlare con sè stessi. Poi a volte a Gugulandia si parla in italiano anche con sè stessi, e si ripetono (anche 50 volte) le frasi che piacciono di più; non perchè servano, solo perchè piacciono. In questo periodo, per esempio, si dice spesso: "Non serve spingere, Ecco la mia sorellina, Mamma Pig mette il bikini".
A Gugulandia non si dice Ti voglio bene, si dice "Ciao", non si chiede "dov'è?" ma "si è perso, è caduto."
A Gugulandia è necessario insegnare a guardare negli occhi, come si insegna il proprio nome, quello della mamma e quello dei fratelli, perchè l'apprendimento non è sempre naturale.
A Gugulandia non si dicono bugie, si ama incondizionatamente, non si giudica, e non esiste orgoglio, si perdona subito.
A Gugulandia è necessario insegnare a guardare negli occhi, come si insegna il proprio nome, quello della mamma e quello dei fratelli, perchè l'apprendimento non è sempre naturale.
A Gugulandia non si dicono bugie, si ama incondizionatamente, non si giudica, e non esiste orgoglio, si perdona subito.
A Gugulandia, però, vive un brutto mostro. Un mostro che piange e scalcia dentro il mio bimbo, e che spesso lo spinge a terra. Un mostro che non sopporta tutto quello che non controlla, e può scoppiare da un momento all'altro, specie se si è in strada o tra la folla. A cui piace uscire, ma non fare un viaggio, e trovarsi tra strade che non conosce.
Un mostro che non sopporta le attese.
Un mostro che se vede uno spazio aperto ha un desiderio irrefrenabile di correre, ma non sa dove va, e dimentica completamente chi lo sta seguendo.
Un mostro con il quale è difficile barattare per lasciare quello che gli piace, che sarebbe capace di saltare du un jumping o di nuotare o di correre per due, tre ore di seguito.
La vita con la A cambia quella di tutti coloro che la incontrano.
La diagnosi atterrisce, spiazza, disorienta, e la vita quotidiana spaventa.
Cambiano le priorità, le urgenze, la vita in famiglia. Si vive di conquiste, e non si dà niente per scontato. Si scopre di avere 6 paia di occhi.
A volte ci imbarazza, o fa soffrire, o ci fa sentire impotenti; a volte siamo più bravi, e viviamo tutto con ironia.
Ci si scopre leoni, però, e si mettono da parte le timidezze: si deve combattere per due.
Un mostro che non sopporta le attese.
Un mostro che se vede uno spazio aperto ha un desiderio irrefrenabile di correre, ma non sa dove va, e dimentica completamente chi lo sta seguendo.
Un mostro con il quale è difficile barattare per lasciare quello che gli piace, che sarebbe capace di saltare du un jumping o di nuotare o di correre per due, tre ore di seguito.
La vita con la A cambia quella di tutti coloro che la incontrano.
La diagnosi atterrisce, spiazza, disorienta, e la vita quotidiana spaventa.
Cambiano le priorità, le urgenze, la vita in famiglia. Si vive di conquiste, e non si dà niente per scontato. Si scopre di avere 6 paia di occhi.
A volte ci imbarazza, o fa soffrire, o ci fa sentire impotenti; a volte siamo più bravi, e viviamo tutto con ironia.
Ci si scopre leoni, però, e si mettono da parte le timidezze: si deve combattere per due.
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Due chiacchiere con Corie ....: