In quarantena con la A


Fase 2, e quella che ha lavorato come mai prima d'ora è stata la lavastoviglie.
Per fortuna è ancora viva.
Una delle poche cose, in questa casa, che ha resistitito all'usura costante di questi 60 giorni di quarantena. 
Dopo l'anta dell'armadio dei ragazzi, un vetro del soggiorno e lo schermo della tv, l'altra sera anche il divano ha dato forfait. Molte altre cose si sono messe in malattia, comunque, tipo le assi del letto contenitore di Corie.
Praticamente tutta l'energia cinetica che si sarebbe spalmata in due anni di attività scandite tra entrate e uscite da casa si sono riversate in un'unica soluzione durante questa pandemia.
Chi sembra abbia goduto appieno di questa pausa casalinga è Gugu.  
Non ha mi smesso correre, arrampicarsi, saltare e seminare monellerie ovunque.  Non ha avuto neanche un attimo di malinconia o nostalgia delle antiche attività. 
Ha imparato a cantare due canzoncine e ad addormentarsi con una favoletta e l'Ave Maria.
Finchè è durato, aspettava il flash mob delle sei. Sul balcone ha ballato, e Corie giura di averlo sentito cantare "Sarà perchè ti amo".  
Non ha mai voluto partecipare alla ginnastica delle 19, e tantomeno ai balli di gruppo che seguono (senza regolarità, per la verità, e neanche tanto di gruppo).
Corie, dal canto suo, si è spartita in parti uguali il suo intrattenimento con Neymar (il gatto del cuore) e Bimba e Bimbo. 
A loro è spettato il gioco, e spesso il bagnetto, a Corie terapie e didattica.
A mali estremi, estremi rimedi: se terapisti e maestra non sono potuti andare alla montagna, ci é andata Corie (ovviamente supervisionata e guidata). 
E vai di forbici e cartoncino, Corie  ha adesso una scatola gigante piena di colori, colla, velcro, puzzle, acquerelli, tempere, didò, attività montessoriane, alcune ereditate dai terapisti, altre costruite da sè. Matching, listener, funzioni, token: non ci sono più segreti. 
E così, mentre si fanno i conti dei danni materiali,  la vera eredità che questa pandemia lascia a Corie è un prezioso passepartout: un tempo condiviso e costruttivo, una chiave che potrà usare per entrare nel suo bel bimbo, il modo giusto per volersi bene nella differenza e il privilegio di vederlo sorridere, soddisfatto di sè.

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