Il calore del sangue, Iréne Némirovsky

La Nemirovsky, quella che sembra  ti stia raccontando una storia, invece ti sta facendo una lezione sull'amore.

 Cosa nasconde una madre amorevole di famiglia. è davvero sempre stata così. davvero non ha mai provato una passione più grande di quella che offre la stabilità degli affetti.

Due cugini, un bel matrimonio, una figlia che ha vergogna di peccare, una figlia illegittima, una vecchio amante disilluso, una sorellastra che non riesce a perdonare.

Atmosfere evocative e nebbiose che fanno subito subdorare al lettore un antico peccato, un' incoffessabile passione.

Questo libricino è un condensato di sensualità e amarezza.

La stessa amarezza degli altri romanzi,  la firma inconfondibile che la N. appone in ogni lavoro.

Nelle righe, a voler ben guardare, dietro il velo di insinuante dolore, c'è un inno alla giovinezza, all'ardore di vivere, anche quello che sembra nocivo alle nostre vite, ma che in realtà è linfa vitale. 

Ciò che stranisce  è che avviene tutto in toni autunali e mesti. 

Quella calma che trasborda di passioni, che tanto mi fa cercare questa autrice.

Appartengono a questo romanzo alcune citazioni che sono diventate celeberrime:

La carne ci vuol poco a soddisfarla, è il cuore a essere insaziabile

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Ma perchè arrivi (intendo un amore autentico, onesto e sano) la cosa migliore è non pensarci troppo, non invocarlo. Altrimenti ci si inganna. Si mette la maschera dell'amore sul primo e più rozzo dei volti.

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Chi conosce la donna autentica, l'amante o il marito? Sono davvero così diverse l'una dall'altra? o sono forse sottilmente mescolate e indistinguibili? o sono plasmate con due sostanze che ne generano una terza, non più somigliante a nessuna delle precendenti?

Titolo: Il calore del sangue
Titolo originale: Chaleur du sang
Autore: Iréne Némirovsky
Traduzione: Alessandra Berrello
Pubblicazione: Adelphi, 2008 (Piccola biblioteca Adelphi)
Pagine: 155

Commenti

  1. Letto e amato un po’ meno degli altri, proprio per quella dimensione “autunnale”di cui tu parli e che sembra togliere quelle illusioni che permangono in altre opere sull’amore, come Due o I doni della vita. Sempre bellissimo, comunque.

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