A bocca chiusa non si vedono i pensieri, Benjamin Ludwig

Ginny Moon ha 13 anni, va a scuola, suona il flauto, gioca a basket, e sta per avere una sorellina.

Fin qui tutto nella norma.

Ginny vive con i suoi Genitori per sempre perchè la madre naturale, Gloria, è stata considerata inadatta dai servizi sociali.

Ginny mangia 9 chicchi d'uva a colazione, si tormenta le dita fino a farle sanguinare, non risponde mai a più di due domande di fila, non sopporta il rumore. 

Ginny Moon, e il nome dovrebbe averci già suggerito qualcosa, è autistica.

E' ossessionata dalla sua Bambolina, quella che ha lasciato a casa di Gloria.

E Gloria e Ginny continuano a cercarsi. Non potrebbero, eh, ma si cercano. Escogitano piani segreti . E combinano un gran pasticcio.

A bocca chiusa non si vedono i pensieri è la storia di questo gran pasticcio,  nato e perseguito per ritovare e proteggere la Bambolina di Ginny, e nel quale tutti hanno prte: genitori naturali e adottivi, psicologi, assistenti scolastici, compagni di classe, gente preparata  e gente completamente ignara della sindrome dello spettro autistico.

Tra un piano segreto e l'altro, questa ragazzina deve imparare a gestire tante cose: la nuova Casa Azzurra, i nuovi genitori per sempre, (che sembrano davvero volerle bene, occuparsi di lei, non come Gloria che la lasciava sola in casa, faceva uso di stupefacenti, portava in casa uomini sempre diversi), la nuova sorellina che Madre per sempre non vuole assolutamente che tocchi, i rapporti con i coetani, adolescenti come lei, il suo piano segreto per la Bambolina.

La prima cosa vera di questo libro è che Ginny ha una forte volontà, che per fare ed esprimere deve fare a zig zag con il suo cervello, con le sue ossessioni con la sua difficoltà a capire le persone ead esprimersi lei stessa, deve fare i conti con i suoi meltdown.

Entrare nella mente di una ragazzina autistica non è facile, adolescente lo è ancora di più. Autistica, adolescente e con traumi lo è davvero tanto.

La troverete tediosa, petulante, ossessiva, esasperata ed esasperante. Non ci risparmia i meltdown. E così la vede anche la sua madre adottiva che, ora che ha una bimba sua, vorrebbe arrendersi, e magari ripensare a quell'adozione che, forse, non è stata una buona idea.  

Senza sentimentalismo, senza luoghi comuni, senza ipocrisie, rischiando a volte di essere scorretto, questo libro racconta, con una gran dose di tenerezza, la verità.

L'autismo può essere incomprensibile, può spaventare, ha il potere di far capitolare ogni buon proposito.

Non esiste una famiglia perfetta, non esiste una famiglia adeguata ad affrontarlo e gestirlo. 

Un romanzo che non solo dà voce all'autismo, ma che riflette anche su identità, adozioni e genitorialità.

A bocca chiusa non si vedono i pensieri
Ginny Moon
Benjamin Ludwig
Traduzione di Claudia Lionetti
HarperCollins, 2017
427 p.


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