Antonina, Wilkie Collins

 L'incontro con questo romanzo è  stato un equivoco. 
Quando l'ho acquistato pensavo si trattasse di una biografia storica dedicata ad Antonina, moglie del generale Belisario, VI secolo d.C.
Si tratta invece  di un romanzo storico a tutti gli effetti, con personaggi di fantasia, del tutto antecedente ai fatti della corte di Teodora e Giustiniano. 
Siamo infatti nel 410 d.C., e il celebre sacco di Roma ad opera dei Goti non è ancora avvenuto. 
La capitale però è già completamente circondata dagli accampamenti stranieri.  Alarico e il Senato romano stanno trattando il prezzo della salvezza. Tutte le porte della città sono chiuse. Niente e nessuno entra e esce dalla città: carestia e malattie si diffondono all'interno delle mura.

Antonina, la protagonista, ha 16 anni, è figlia di un cristiano ortodosso, il cui fanatismo le vieta qualsiasi forma di allegria e divertimento. Tutto inizia con il suo desiderio inconfessabile  di dedicarsi alla musica. Conosce così un senatore romano, colto e raffinato, la cui audacia, favorita dalla complicità dello schiavo della ragazza,  la costringe a fuggire di casa. 
Si ritroverà nell'accampamento dei Goti, minacciata dalla furia vendicatrice di  Gosvinta, che ha visto morire i suoi figli per mano dei romani nel massacro di Aquileia. Sarà proprio il fratello di Gosvinta a proteggerla e a sacrificarsi per lei. 

Pubblicato nel 1850, Antonina è il primo lavoro romanzato di Wilkie Collins. Aveva 26 anni.  
Conosciuto come padre del genere thriller, e questo romanzo storico rimane unico nella sua produzione letteraria. 

Wilkie Collins mette in scena personaggi di una Roma che sta vivendo un momento di grande trasformazione sociale: pagani che si sono visti sottratti privilegi e prestigio dalla nuova religione, cristiani la cui dottrina è lontana dall'essere chiara e definita, piccoli proprietari delusi dalla politica imperiale che auspicano l'arrivo dei goti, la nobiltà romana fiacca e debole, gli stranieri assetati del sangue dei romani e altri disposti a negoziare la pace. 

Non mancano lunghe digressioni, (la storia delle mura romane, quella del Pincio, riferimenti vari alla  topografia di Roma antica) poco funzionali alla storia, ma certamente apprezzate da un pubblico più curioso. 

Gli ultimi giorni di Pompei di Edward Bulwer Lytton e Declino e caduta dell'impero romano di Edward Gibbon sono state le sue fonti principali, ma sappiamo che Collins fu a  Roma nel 1837 insieme al padre, noto pittore dell'epoca. Probabilmente a questo viaggio, e ad alcuni quadri del padre, dobbiamo le digressioni sulla città eterna.

Se la cornice del racconto è la Roma del V secolo, e in questo l'autore è stato rigoroso. I temi, e il tono, tuttavia, sono proprio vittoriani:   

atmosfere gotiche (spesso le scene si svolgono di notte, sotto la pioggia battente, o di mattina presto, quando ancora la foschia avvolge la città;

la protagonista femminile, Antonina, è pura e ingenua, non conosce la malvagità né la menzogna;

personaggi che cambiano identità nel corso della storia, come lo schiavo pagano Ulpio, e lo stesso padre di Antonina;

storie che si snodano attraverso riconoscimenti, e qui non sarebbe giusto spoilerare;

gusto del narratore per follia, deformità e malattie, basti pensare alla rilassatezza del costumi della corte di Ravenna, alla follia di Gosvinta e a quella di Ulpio stesso, come alla descrizione della carestia durante l'assedio.


Romanzo impegnativo ma ne vale la pena.

Antonina, ovvero la caduta di Roma

Antonina, or the fall of Rome
Wilkie Collins
Traduzione di Marco Bisanti
Catelvecchi,2012 (Le monete)
445 p. 

Commenti

  1. Lo segno. Sono Dolcezze…non capisco perché non riesco a commentare col mio account

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  2. Dai, per solidarietà anche io scrivo in anonimo. Sì, è un bel libro, ingiustamente poco conosciuto.

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