Antonina, Wilkie Collins
Wilkie Collins mette in scena personaggi di una Roma che sta vivendo un momento di grande trasformazione sociale: pagani che si sono visti sottratti privilegi e prestigio dalla nuova religione, cristiani la cui dottrina è lontana dall'essere chiara e definita, piccoli proprietari delusi dalla politica imperiale che auspicano l'arrivo dei goti, la nobiltà romana fiacca e debole, gli stranieri assetati del sangue dei romani e altri disposti a negoziare la pace.
Non mancano lunghe digressioni, (la storia delle mura romane, quella del Pincio, riferimenti vari alla topografia di Roma antica) poco funzionali alla storia, ma certamente apprezzate da un pubblico più curioso.
Gli ultimi giorni di Pompei di Edward Bulwer Lytton e Declino e caduta dell'impero romano di Edward Gibbon sono state le sue fonti principali, ma sappiamo che Collins fu a Roma nel 1837 insieme al padre, noto pittore dell'epoca. Probabilmente a questo viaggio, e ad alcuni quadri del padre, dobbiamo le digressioni sulla città eterna.
Se la cornice del racconto è la Roma del V secolo, e in questo l'autore è stato rigoroso. I temi, e il tono, tuttavia, sono proprio vittoriani:
atmosfere gotiche (spesso le scene si svolgono di notte, sotto la pioggia battente, o di mattina presto, quando ancora la foschia avvolge la città;
la protagonista femminile, Antonina, è pura e ingenua, non conosce la malvagità né la menzogna;
personaggi che cambiano identità nel corso della storia, come lo schiavo pagano Ulpio, e lo stesso padre di Antonina;
storie che si snodano attraverso riconoscimenti, e qui non sarebbe giusto spoilerare;
gusto del narratore per follia, deformità e malattie, basti pensare alla rilassatezza del costumi della corte di Ravenna, alla follia di Gosvinta e a quella di Ulpio stesso, come alla descrizione della carestia durante l'assedio.Romanzo impegnativo ma ne vale la pena.
Antonina, ovvero la caduta di Roma
Wilkie Collins
Traduzione di Marco Bisanti
Catelvecchi,2012 (Le monete)
445 p.
Lo segno. Sono Dolcezze…non capisco perché non riesco a commentare col mio account
RispondiEliminaDai, per solidarietà anche io scrivo in anonimo. Sì, è un bel libro, ingiustamente poco conosciuto.
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