La bellezza rubata, Laurie Lico Albanese

Questa è la storia di un quadro, uno dei capolavori di Gustav Klimt.

Datato 1908, si tratta del ritratto di Adele Bloch Bauer.

L'artista dedicò alla sua musa e amante ben tre ritratti (gli altri due sono del 1901 e del 1912), ma questo, che trascende la fama della sua stessa ispiratrice, è senz'altro il più importante e conosciuto.

Il romanzo è stato progettato su due piani temporali: 

uno narrante la storia di Adele,  tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo; 

l'altro riguarda la storia di sua nipote,  Maria Altmann, vissuta negli anni '30 e coinvolta nella seconda guerra mondiale.

Terza protagonista del libro è senz'altro la città di Vienna: scintillante e raffinata quella asburgica, tetra e nera quella nazista.  

 Adele Bloch Bauer, ebrea, figlia di un agiato imprenditore,  sposa  Ferdinand Bloch, erede di un barone. Ricchissima e intellettuale, creò intorno a sè un effervescente circolo culturale, dove incontriamo tra gli altri Stephan Zweig e Alma Mahler, e dove si dibattevano le idee più attuali dell'epoca. Già all'epoca Vienna era divisa tra l'antisemistismo del suo sindaco Karl Lueger, di cui lo stesso imperatove diffdava, e le tesi di Theodor Herzl, che invece proponeva uno stato ebraico nei territori palestinesi del mandato britannico.

Non c'è dubbio che la ricostruzione degli ambienti e del sentire dell'epoca è stato la parte più affascinante del romanzo.L'autrice riesce a far rivivere al lettore i fasti del primo novecento viennese, tra artisti della secessione e nuovi mecenati, soprattutto ricchi ebrei, nuovi circoli culturali, tra cui proprio quello di Adele.

Il ritratto di Adele, caduto in mani naziste, che lo ribatezzarono La donna in oro, fu poi rivendicato da Maria Altmann, da tempo emigrata in America.  

Adele e Ferdinand Bloch non ebbero figli, e furono invece sempre molto legati alla figlia della sorella di Adele, Maria. Dopo l'annessione dell'Austria alla Germania, Maria e suo marito furono costretti a fuggire prima in Inghilterra e poi in America. Da qui, dopo la caduta di Hitler, intentò una causa per riavere il quadro che ritraeva sua zia.

Un libro insomma che racconta una/due storie ma che non basta a sé  stesso. Moltissimi gli spunti per il lettore. La storia del quadro è molto interessante, ma forse gli spin off che essa offre lo sono ancora di più.

"La gente continuava a insistere che ero io, quando invece non ero assolutamente io."

"E chi era, allora?"

"Klimt, ovvio. Quello che Klimt vedeva quando guardava me che guardavo kuo. Lavora e lavora finchè sulla tela non erge qualcosa che è molto di più dell'uno  e dell'altra."Questo è il suo genio."

La bellezza rubata
Stolen beauty
Laurie Lico Albanese
Traduzione di Maria Baiocchi
Einaudi, 2020
377 p.

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