Una stanza (medievale) tutta per sè



Bertrada di Monfort (1070-1117) fu la quarta moglie di Folco IV conte d'Angiò, detto l'Arcigno. Prima di lei Folco aveva ripudiato già tre consorti. 
Bertrada era conosciuta come l'amante ufficiale di Filippo I, re di Francia, già sposato con Berta d'Olanda. 
A causa di questa relazione  Filippo fu scomunicato, il suo regno cadde sotto l'interdetto, ma i due rimasero insieme, alla faccia dei legittimi consorti e delle proteste del Papa. 
Ebbe dal re tre figli, due maschi e una femmina (Cecilia, che divenne poi moglie di Tancredi d'Altavilla) e alla morte del re nel 1108, se ne tornò in Angiò dal marito, e ottenne per suo figlio Filippo (avuto dal re) un ottimo matrimonio.  
Ancora giovane e in piena salute, si presentò alle porte del convento di Fontevrault. 
Con lei si presentava anche sua sorella Isabella, famosa per le sue doti di cavallerizza, per la lingua velenosa e per il carattere battagliero. 
 
Ermengarda (1068-1146), la primogenita di Folco IV d'Angiò e della sua prima moglie. Ripudiata dal  primo marito, Guglielmo IX d'Aquitania di Poitiers, celebre trovatore e dongiovanni (nonno di Eleonora d'Aquitania), si risposò con il conte di Bretagna. Di comune accordo, dopo circa 20 anni di matrimonio, i coniugi si separarono ed si ritirarono in convento.  Lei scelse Fontevrault.  Alla morte del duca, Ermengarda decise di reclamare il primo marito, nel frattempo risposatosi con Filippa di Tolosa e padre di ben sei figlioli. Compiuto il suo dovere di moglie, Filippa aveva cercato pace nello stesso convento di Ermengarda. 
La bellezza di questa angioina francese fu talmente leggendaria da meritare una delle epistole in versi più belle del tempo, composte dal vescovo di Rennes, Marbode
Naufragio della Blanche Nef

Roberto d'Arbrissel, fondatore dell'ordine di Fontevrault, aveva scoraggiato  Ermengarda dall'entrare entrare in convento, e forse non aveva torto.     La duchessa infatti  tornò poi alla corte di suo figlio in Borgogna e in seguito partì con il fratellastro Folco V per Gerusalemme.

Matilde d’Angiò (110-1154), figlia di Folco V, entrata a soli 11 anni nel monastero di Fontevraud. A 13 sposò il sedicenne Guglielmo Adelin, figlio ed erede del re d'Inghilterra Enrico I. Purtroppo Guglielmo rimase celebre non come re, ma per il naufragio della Blanche Nef , nel quale perse tragicamente le vita assieme ad altri 300 rampolli della nobiltà inglese. 
Dopo la fine del suo giovane consorte, Matilde volle tornare a Fontevraud. Vent'anni dopo, nel 1149, prese le redini del monastero più ambito di Francia. Eleonora d’Aquitania, sua nipote acquisita (ha sposato Enrico II, figlio di Matilde primogenita di Enrico I), le renderà omaggio subito dopo il matrimonio.

Infine, il monumento funebre di Eleonora d'Aquitania parla da solo. Un volto sereno, e un libro tra le mani. 
Assieme a lei, riposano (speriamo in pace) suo marito Enrico II re d'Inghilterra, suo figlio Riccardo cuor di Leone e sua nuora Isabella d'Angouleme
Non sempre per la donna medievale chiudersi in convento era una disgrazia. I monasteri potevano essere luoghi di cultura, musica, e certamente di meditazione, pace e lettura.
Non a caso una delle 44 regole del monastero di Fontevrault riguarda proprio i libri.   
La cura dei libri.
21. Nessuna osi consegnare i libri del monastero a qualcuno che sta fuori, o riceverne da fuori senza il permesso della badessa

Per tutte le donne citate, l'ordine monastico di Fontevraud era una novità, che ben presto tra le nobildonne diventò una moda. Fu infatti fondato intorno al 1100 dal celebre (oggi molto meno, ma all'epoca sicuramente lo era) Roberto d'Arbrissel.

La predicazione eremitica del suo fondatore, che si era ritirato nella foresta di Craon  dopo un passato di insegnante di filosofia ad Angers (tra l'altro fu amico e collega di Pietro Abelardo, insigne filosofo passato alla storia come amante di Eloisa), ebbe talmente tanto successo da raccogliere una moltitudine di giovani, ma anche di reietti

Di lui Voltaire disse: "convertì nel 1100, in un colpo, con una sola predica, tutte le puttane di Rouen". (e pare che sia stato proprio così)

Sicuramente Robert d'Arbrissel fu un uomo dall'oratoria carismatica, trascinatore di folle, un tipico monaco riformatore dell' XI secolo. La riforma gregoriana era stata uina ventata di aria fresca non ancora sopita (Gregorio VII era morto nel 1085). La chiesa aveva voglia di essere purificata dai poteri temporali e dagli antichi vizi del clero. I nuovi ordini si moltiplicavano, i predicatori anche, e Roberto venne notato e incoraggiato da Urbano II, che vide in questo hippie spiantato  che andava in giro scalzo e con un sacco di tela addosso, tante potenzialità. 

Nonostante le polemiche che lo riguardavano, poiché l'Arbrissel accoglie vedove, ex prostitute, donne fuggite ai mariti senza il loro consenso, ma anche nobildonne affascinate da tanta fede e tanta attraente carità, come anche  poveri e dei lebbrosi, Urbano II  lo sostenne nella fondazione di un nuovo e originale ordine.

Nacque così l'ordine di Fontevraud, dal nome del bosco nella Valle della Loira dove Roberto fondò il primo complesso intorno al 1099.

Per non lasciare fuori nessuno dei suoi seguaci, Roberto pensò ad un doppio ordine, maschile e femminile insieme, rigorosamente separati. Il doppio monastero non è un caso isolato, ne esistevano già, soprattutto nelle isole britanniche, e spesso a capo delle due comunità si trovava una donna, non un uomo. Più ci allontaniamo dal diritto romano, più la donna trova spazi e ruoli per niente subalterni.

A Fontevrault c'erano due serie di costruzioni, tra le quali si  innalzvaa una grande chiesa di 90 m. di lunghezza, unico luogo dove uomini e donne si possano incontrare. La regola era inflessibile su questo punto: anche in punto di morte era previsto che le suore fossero trasportate in chiesa per poter ricevere l'estrema unzione.

Alla guida del duplice ordine c'era una badessa: una donna, non un uomo. Per volere incontestabile del fondatore doveva essere donna, ma anche non vergine: una vedova che avesse esperienza del matrimonio e del patrimonio. I frati le dovevano obbedienza e pronunciavano i voti nelle sue mani.

Sappiate, fratelli cari, che tutto ciò che ho fatto in questo mondo, l'ho fatto per il bene delle monache; ho consacrato loro tutta la forza delle mie facoltà e inoltre ho sottoposto me stesso e i miei discepoli al loro servizio per il bene delle nostre anime.

La sottomissione dei monaci è molto marcata. Sono uomini "che di loro spontanea volontà hanno promesso di servire le monache fino alla morte nei vincoli dell'obbedienza, ed anche questo con il rispetto della dovuta sottomissione ... Condurranno una vita comune conventuale senza proprietà proprie, contenti di ciò che le monache conferiranno loro".

Roberto ribadisce più e più volte che gli uomini della congregazione sono servitori delle monache, e a loro sottoposti, come San Giovanni fu sottomesso dal Cristo alla Vergine Maria: concretamente, le assistono con i sacramenti, svolgono i lavori pesanti, all’occorrenza le difendono da aggressori esterni.

Ho dunque deciso col vostro consiglio che, finché sarò in vita, sarà una badessa a dirigere questa congregazione; e dopo la mia morte nessuno osi contraddire queste disposizioni che ho preso.

Siamo in pieno XI secolo e il rito dell'amor cortese, del cavalier servente e della domina, entra anche nelle logiche conventuali.

Nel corso del tempo arrivarono così tante donazioni che furono costruiti tanti altri monasteri dello stesso ordine. 

Quando nel 1105 Pasquale II conferma la fondazione dell'ordine di Fontevraud, si contano già sei conventi. Nel  1140, ovvero 30 anni dopo la sua fondazione, si valutava un numero di membri pari a circa cinquemila. 

Fontevraud aveva la fama di essere un generosissimo centro di elemosina e di opere di bene. 

Le badesse che lo hanno guidato per ben 700 anni, fino alla Rivoluzione francese, provenivano dal mondo, spesso dalle corti, e non mancava loro il giusto savoir faire  per occuparsi di persone e dei beni. 

"Come può una vergine di clausura badare agli affari esteriori di una casa quando ha solo cantato salmi? ... Chi può portare il peso delle cose pratiche quando ha conosciuto solo le gioie della contemplazione?.. Lascia dunque Maria alle sue preghiere, e trova sempre una Marta che sappia provvedere alle necessità di tutti..."

Difficile spiegarlo meglio di così. Roberto d'Arbrissel offre una rivincita alle nobili Marta del suo tempo.  

Fontevraud è passato alla storia come rifugio di donne aristocratiche, non solo di vedove badesse. In un periodo in cui, come abbiamo visto per le nostre donne, il matrimonio è un'unione precaria e senza diritti, il prestigio di un'istituzione rappresenta la stabilità, sia in termini economici  che sociali. Se a ciò si aggiunge la possibilità di un luogo lontano dalle guerre, dedito alle opere di bene, alla musica o alla scrittura, sicuramente alla lettura, e la deferenza dei frati, il monastero diventa addirittura una seria peroccupazione per  ogni  marito insolente e arrogante.

Bibliografia: 

Chiara Frugoni, Donne medievali, il Mulino 2021
Regine Pernoud, La donna al tempo delle cattedrali, Lindau 2017
MariaTeresa Fumagalli Brocchieri, Eloisa e Abelardo, Laterza 2014
Loraine N. Simons, The Abbey church at Fontevraud in the later twelfth century: anxiety, authority and architectural in the female spiritual life, in Gesta, vol. 31 (1992) fasc. 2 , P. 99-107
Geoffrey Webb, The Person and the place. IV. Fontevrault, in Life of the Spirit, vol 16 (1962), PP. 287-292
https://it.wikipedia.org/wiki/Abbazia_di_Fontevrault
https://ora-et-labora.net/regolafontevraultintro.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_IX_d%27Aquitania
https://it.wikipedia.org/wiki/Ermengarda_d%27Angi%C3%B2
https://it.wikipedia.org/wiki/Monastero_doppio#Occidente
https://it.wikipedia.org/wiki/Bertrada_di_Montfort

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