Le ragazze di Madame Liang, Pearl S. Buck
Titolo: Le ragazze di Madame Liang
Autore: Pearl. S. Buck
Traduttore:Maria Jatosti
Pubblicazione: Club degli editori, 1970
Pagine: 304
Ho imparato a conoscere la Buck sulla poltrona di mio nonno, dove lessi Ritratto nuziale, quando ancora non ero un recensore ossessivo di tutto ciò mi capitasse sotto mano (anche se c'erano già tutti i presupposti). Seguirono Cielo cinese e Vento dell'est vento dell'ovest.
L'amore per il loro Paese d'infanzia, la nostalgia e la responsabilità di dover fare qualcosa per la propria nazione la spinge a tornare con il marito e a far nascere il loro figlio in Cina.
La terza figlia, pittrice, sposa un artista cinese in America, e rimane lì, ancora di salvezza per le altre due.
Autore: Pearl. S. Buck
Traduttore:Maria Jatosti
Pubblicazione: Club degli editori, 1970
Pagine: 304
Cosa c'è di più affascinante di una bella collezione di libri vintage.
La libreria di casa Corie, per esempio, è piena di romanzi ereditati da Nonna Dedda e dalla nonna di Amica: praticamente il 90% delle edizioni partono dagli anni '20 e sono ferme al 2000 più o meno, che, a pensarci bene, è circa 20 anni fa.
La libreria di casa Corie, per esempio, è piena di romanzi ereditati da Nonna Dedda e dalla nonna di Amica: praticamente il 90% delle edizioni partono dagli anni '20 e sono ferme al 2000 più o meno, che, a pensarci bene, è circa 20 anni fa.
Ho imparato a conoscere la Buck sulla poltrona di mio nonno, dove lessi Ritratto nuziale, quando ancora non ero un recensore ossessivo di tutto ciò mi capitasse sotto mano (anche se c'erano già tutti i presupposti). Seguirono Cielo cinese e Vento dell'est vento dell'ovest.
Li ho trovati tutti meravigliosi. La scrittura della Buck è delicata, pur rappresentando un periodo storico e un Paese, come la Cina, continuamente dilaniato dalle contraddizioni e dalla fatica della modernità.
Ora che la fine naturale del mio amato ereader ci ha separati, ho potuto dedicarmi ai miei cartacei.
Era da tanto che corteggiavo questo titolo.
E' la storia di una donna cinese, colta e raffinata, studentessa a Parigi, che ha partecipato attivamente alla Grande Rivoluzione culturale del '66. Sposa un suo compagno rivoluzionario, dal quale ha tre figlie femmine. Chiede il divorzio quando lui, pur di avere un figlio maschio, vuole imporle una concubina.
Vive mandando avanti un raffinato ristorante, luogo di incontro dei politici locali più importanti. Una donna emancipata dunque, una che ha rinnegato la tradizione per abbracciare la rivoluzione nella quale ha creduto.
Le figlie di Madame Liang vanno presto a studiare in America. La famiglia Brandon, vicina di casa a Shanghai, ma costretta all'esilio dal regime di Mao quando i rapporti con l'America si compromettono politicamente, si prende cura delle ragazze e della loro istruzione. L'aria
che si respira sotto il Regime di Mao suggerisce alla madre, non senza dolore, che la cosa
migliore fosse permettere alle sue figlie di coltivare i loro talenti all'estero.
Ora che sono professioniste affermate, il Regime le rivuole indietro.
Manda a chiamare la prima, una competente dottoressa. La seconda torna di sua spontanea volontà. L'amore per il loro Paese d'infanzia, la nostalgia e la responsabilità di dover fare qualcosa per la propria nazione la spinge a tornare con il marito e a far nascere il loro figlio in Cina.
La terza figlia, pittrice, sposa un artista cinese in America, e rimane lì, ancora di salvezza per le altre due.
Dopo una vita in America, per le sorelle Liang la Cina non si dimostra il posto accogliente che avevano sperato. La stessa signora Liang sente il peso della Rivoluzione di cui lei stessa è stata artefice, disorientata da una violenza che non aveva messo in conto.
Come ogni madre, vorrebbe le figlie al sicuro, là dove lei stessa le aveva lasciate. Tenta, con ogni mezzo, di avvertirle, di metterle in guardia. Ma la loro ingenua gioventù non riesce a capire la delusione di una donna che ha creduto in un'altra Storia. Con grande dolore le segue e le rispetta, sa tacere quando è necessario, usando tutta la sua composta dolcezza orientale.
Come ogni madre, vorrebbe le figlie al sicuro, là dove lei stessa le aveva lasciate. Tenta, con ogni mezzo, di avvertirle, di metterle in guardia. Ma la loro ingenua gioventù non riesce a capire la delusione di una donna che ha creduto in un'altra Storia. Con grande dolore le segue e le rispetta, sa tacere quando è necessario, usando tutta la sua composta dolcezza orientale.
Scritto nel '69, questo è senz'altro il romanzo meno sentimentale e più politico della Buck. Fu accusata di "imperialismo culturale americano" e le fu impedito di tornare in Cina, dove aveva vissuto da bambina e con il suo primo marito.
Un'infinita disillusione caratterizza la lettura di questo libro. Non rientrava nelle mie aspettative (confesso che pensavo fosse la storia di una casa di appuntamenti, ndr), e forse non è il miglior libro dell'autrice, ma non mi fermerò: c'è già un'altra edizione anni '60 della Buck che mi aspetta nella mia libreria.
D'altronde c'è tempo, morto un ereader non se può fare subito un altro.
Io ho letto La buona terra, bellissimo, uno di quei libri che ti restano dentro, anche se si parla di culture così diverse. Questo non lo conoscevo. Grazie del suggerimento.
RispondiEliminaRitornerò sulla Buck, è un'autrice che mi piace molto
RispondiEliminaIl titolo originale é "Le tre figlie di Madam Liang" ma non so perché in italiano hanno spesso dato ai romanzi della Buck titoli ambigui e copertine scialbe. Io ho scoperto la Buck in questo anno appena finito, grazie a un suggerimento trovato in un romanzo di Cassola.
RispondiEliminaMi piacerebbe sapere quale dei romanzi di Cassola ... Riguardo alla Buck, che trovo meravigliosa, tra le mie preferite, concordo sulle attuali copertine. Per fortuna tra mia nonna e mia madre mi hanno lasciato un bel po' di edizioni vintage
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