Il canto di Messalina, Antonella Prenner

 

Quello che mi piace della Prenner, è che racconta grandi personaggi con molto coraggio. Non teme di confrontarsi con figure celeberrime che hanno fatto la storia di Roma. Se negli altri due romanzi le figure femminili erano di secondo piano rispetto agli uomini che volevano raccontare, questa volta la voce protagonista è di Valeria Messalina. Siamo quindi nella  Roma imperiale (Messalina nasce nel 20 dC e muore, giovanissima, a 23 anni), è forse una delle pochissime  imperatrici a essere più ceòebri del marito, l'imperatore Claudio. 

Di famiglia patrizia, Messalina sposò Claudio a 14 anni. Lui ne aveva 50: era vecchio, balbuziente e claudicante. Non c'è dubbio che non sia stato un matrimonio d'amore. Messalina, come tante altre donne, soprattutto patrizie, dell'epoca, venne sacrificata al prestigio della famiglia e al volere dell'imperatore Caligola, che volle appunto il matrimonio.

Messalina è sempre preceduta dalla sua fama. Tutti conocscono le sue licenziose abitudini, divenute proverbiali. Giovenale ci ha raccontato i suoi vizi, non lasciando nulla all'immaginazione del lettore. 

E Antonella Prenner non le fa sconti. Non racconta una donna diversa da quella che la Storia ci ha raccontato. Non le offre una voce per difendersi, spiegare o per smentire. Racconta ciò che le fonti ci hanno consegnato. Una donna astiosa innanzitutto, non rassegnata a giochi di potere che l'hanno condannata all'infelicità. Un solo amore ha conosciuto da bambina, quello di suo padre, morto quando lei aveva solo tre anni, e da quel momento in poi si è sentita solo una pedina sulla scacchiera. Comprensibile, quindi, che abbia un forte desiderio di rivalsa verso la sorte che le è spettata. E' la donna più bella e potente dell'Impero di Roma, suo marito non è certo quello che si aspetta una ragazzina, ma non è malvagio.

Se c'è una figura che si salva (almeno fino a un certo punto) è infatti proprio Claudio. Si rivela infatti un marito e un padre premuroso, ma soprattutto un uomo colto e preparato. Messalina sembra all'inizio affascinata da quest'uomo che sa tante cose più di lei, invece la sua è solo dissimulazione. Impara presto a giocare al buio, a mentire, a fingere, a riversare la sua frustrazione in comportamenti trasgressivi e sfacciati. E' come se, insieme al potere, sia possedutoìa da una malignità velenosa.

Conosce forse solo due affetti puri: uno per la sua schiava, che l'aveva seguita dalla sua casa materna, e l'altro per la sua amica Arria. Entrambe sono il suo esatto opposto: buone, ingenue, sostenute affetti veri e senso del dovere. Le perde entrambe per volere di Claudio.

 Adulatrice quando serve, licenziosa e bellissima prostituta prima nelle stanze di Palazzo, poi  nei postriboli della Suburra (il suo nome d'arte era Licisca), fa di Claudio il bersaglio della sua rabbia. Cerca di distruggerlo nella sua dignità, lo colpisce nelle sue debolezze.

E ne paga le conseguenze, morendo a 23 anni su ordine dell'Imperatore suo marito. Una vita vissuta nel lusso e nella bellezza, eppure nella continua insoddisfazione e infelicità.

La ricca prosa della Prenner ci offre, come in tutti suoi romanzi, delle meravigliose descrizioni, per esempio della villa di Tiberio a Sperlonga. Non mancano curiosità, come la cosmesi riservata all'imperatrice. Insomma, una grande figura della Storia raccontata fedelmente eppure ricca di imagini ed aneddoti colorati, che la rendono viva.

Il canto di Messalina
Antonella Prenner
Rizzoli, 2022
445 p.

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