Maria Antonietta, Carolly Erickson
Lo dico subito, perché è la prima domanda che mi fanno tutti gli amanti della regina più celebre al mondo.
Zweig bravissimo sempre, e la sua biografia è la prima in assoluto che andrebbe letta e sottoscritta: ma invece che una rilettura del sommo, ho preferito scegliere il punto di vista di un'autrice che avevo già messo alla prova e che aspettavo da troppo tempo di voler riprendere in mano.
E sì, ho letto anche quella della Fraser (anche quella assolutamente consigliata)
[Sì, sono un tantino indietro con le recensioni]
Mi sembra chiaro che mi torna spesso il desiderio di ritornare sulla sua vita, la cui parabola potrebbe insegnare qualcosa un po' a tutti noi: innanzi tutto quanto sia complesso giudicare le singole persone nella Storia.
Non cercavo una biografia/agiografia che incensasse la regina o la assolvesse, ma che narrasse le vicende con il maggior respiro storico possibile. Parliamoci chiaro: a Versailles c'è poco da assolvere. Dopo due generazioni di sprechi inimmaginabili non può sorprendere che sia saltato tutto. Per esempio, quando morì Luigi XV fu ritenuto necessario ritappezzare di nero tutta la reggia: dall'abbigliamento ai tendaggi, furono tutte nuove committenze per sarti e tappezzieri di corte.
Troverete comunque tutte le conferme a ciò che avete sempre saputo (e che avete probabilmente imparato ai tempi di lady Oscar): la regina di Francia spendeva e spandeva (il fratello Giuseppe II la descrisse come "dissipatrice e tiranna") per lei e la sua corte: vestiti, gioielli, cappelli, pensioni e nuovi incarichi ai cortigiani più fedeli, spettacoli di teatro, musica, carte, il Trianon e così via.
Tra le cose più interessanti del libro, è la descrizione della vita a Versailles: un palazzo per lo più sporco, disordinato e difficile da mantenere. Soprattutto Versailles era sovraffollata: reali, cortigiani, ambasciatori con tutto il loro seguito, fatto di schiavi, domestici e animali da diletto esotici. A Versailles si recavano gli artisti, anch'essi con tutto il loro seguito. E ancora la reggia era eccessivamente aperta a tutti: bastava avere cappello e spadino e l'ingresso era consentito: furti grandi e piccoli erano all'ordine del giorno: la stessa Maria Antonietta subì il furto della fede nuziale (era il 1771) e quando le fu restituita (spontaneamente) lei non fece nulla per scoprire chi gliel'avesse rubata. In nessuna cronaca si fa menzione di guardie a palazzo che sorvegliassero i visitatori di passaggio.
E, a proposito di cronache, la biografia della Erickson si basa molto sulla testimonianza dei diari di Madame Campan, prima dama della Regina, che stilò un diario della sua vita al fianco della regina. Sebbene niente sia giustificato, tuttavia non manca lo sguardo compassionevole su questa inesperta e giovane regina travolta da se stessa, dal suo ruolo, ma anche da un marito perennemente indeciso e delegante, e da una situazione economica del paese che probabilmente (e colpevolmente ignorava).
La biografia lascia spazio alle descrizioni della moda, al ricco cerimoniale di corte, ai complicati rapporti con le famiglie dei sovrani: i fratelli di lei, imperatori del sacro romano impero, e quelli di lui, che furono, a conti fatti, dei traditori.
In ultimo, la folla delirante di Parigi: gli assalti a Versailles e il precipitare degli eventi, dovuto anche al potere crescente della propaganda tramite giornali e libelli, che fecero una vera e propria campagna d'odio contro l'austriaca e poi contro la monarchia. E ancora la freddezza con la quale a livello internazionale è stata gestita la caduta dei Borboni di Francia.
Una regina su cui si è detto tutto e il suo contrario, assolutamente impreparata al ruolo, che ha scontato con la vita la sua ignoranza, ma che hacercato di mantenere la dignità fino alla fine.
Se i libri su Maria Antonietta sono scritti bene ve ne accorgete a 3/4: se state cominciando, nonostante tutta l'indignazione e la conoscenza del finale della storia, a sperare che in qualche modo si salvi, che riesca a scappare, a salvare suo figlio, allora l'autore ha saputo fare bene il suo lavoro.
Carolly Erickson
Traduzione di Mario Bonini
Mondadori, 1991 (Le Scie)
461 p.
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Due chiacchiere con Corie ....: