Un amore, Dino Buzzati
Riprendo in mano Buzzati dopo circa due anni. Lo riprendo con la voce di Gioele Dix.
Per me, credo, avrà sempre questa voce.
Una magnifica interpretazione di un testo che, quanto a punteggiature e stile, non deve essere stato facile.
Con l'occasione dell'anniversario della sua dipartita (quest'anno sono 50 anni) ho voluto riprendere i duoi due romanzi più conosciuti: Il deserto dei tartari e Un amore. Sembrano così distanti tra loro, l'uno ambientato ai confini del deserto, l'altro a Milano; uno molto erotico e disturbante, l'altro fino troppo piano.
Eppure, i due protagonisti si assomigliano anche nel nome: Giovanni Drogo della Fortezza Bastiani e Antonio Dorigo della case di appuntamento.
"Io non invento caratteri, io riproprongo tipi eterni". Parola di Dino Buzzati.
A entrambi il lettore vorrebbe urlare contro, strattonarlo e imporgli di cambiare vita.
Parliamo di Un amore. Antonio Dorigo, cinquantenne affermato architetto e scenografo, si innamora di una giovane prostituta, Laide Anfossi. Verrebbe spontaneo dire che il nome è tutto un programma.
Non so, ho avuto subito l'impressione, non a torto poi, che quel nome trascinasse nell'abisso.
A parte l'assonanza rievocativa, leggendo qualche articolo in biblioteca, scopro che in letteratura il nome Laide (nella variante Lais soprattutto) è il nome più utilizzato per le meretrici.
Ma Laide non è solo una prostituta: diventa per Antonio un'ossessione.
Dorigo rompe lo schema borghese del cliente, m non così tanto da riassorbirla nella sua realtà, e ne diventa una specie di amante che la mantine senza esclusiva. e lei diventa la sua tiranna: lo tradisce (se si può dire così), gli mente, lo tortura.
Antonio rimane pavido, rompe lo schema pur rimanendo nei suoi paletti borghesi di gioco di ruoli (non gli passa neanche per idea di inserirla nel suo ambiente per bene, per esempio), pure non riesce a fare a meno di lei: sviluppa una dipendenza erotica-affettiva. Laide non diventerà mai la sua compagna, è sempre un'enigma, un mistero, una nemica piuttosto, una tiranna che lo sopraffae.
Lui razionalizza, capisce di star perdendo dignità, ma poi non ha la forza di cambiare.
Ci sono stati due elementi inquientanti nella lettura (nell'ascolto in questo caso):
le considerazioni politicamente scorrette sulle donne e sul loro mestiere, anche fosse quello meno nobile, soprattutto nella prima parte,
e questa languidezza arrendevole di Dorigo della seconda.
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Due chiacchiere con Corie ....: