La signora di Wildfell Hall, Anne Bronte
Raffinato lo stile, moderna la protagonista, scandalosa la storia (per l'epoca si intende, eh).
Nel gruppo entusiasmo alle stelle, insomma.
Tutte cose che ovviamente riconosco.
Anne Bronte sembra abbia scritto il seguito triste di Orgoglio e pregiudizio. Ecco cosa succede a tutte le altre donne, meno fortunate di Elizabeth Bennett.
Potrebbe essere la storia di una delle sue sorelle.
Ecco la sorte di chi, dopo la famosa "stagione", nella quale la ragazza in età da marito cerca appunto un buon partito, sposa un libertino. si innamorano, pensano di poterlo cambiare, illudendosi che le proprie virtù basteranno a fargli rinunciare ai suoi vizi.
Diciamo pure che è un romanzo sulle sorprese del matrimonio.
E affronta senza mezzi termini temi come la violenza domestica e l'alcolismo.
Come pure la diffidenza sociale che desta una donna sola che vive con suo figlio, sebbene ufficialmente vedova, e che vende quadri per mantenersi.
Non c'è da stupirsi che nel 1848 non sia piaciuto. Addirittura non piacque neanche alla sorella maggiore Charlotte, quella di Cime tempestose la quale, dopo la sua morte, dcise non ripubblicarlo.
La signora di Wildfell hall è originale anche nel suo impianto strutturale: metà epistolare, metà diaristico. Gli eventi non seguono l'ordine cronologico di fatti. Una serie di flash back ci fa tornare rivivere i dolori e le delusioni di Helen Graham.
"Tieniti stretti il tuo cuore e la tua mano finché non vedrai una buona
ragione per separartene; e se una tale occasione non si dovesse
presentare mai, consolati con questa riflessione: che sebbene in una
vita da sola le tue gioie rischiano di non essere molte, i tuoi
dolori,almeno, non saranno maggiori di quanto puoi sopportare. Il
matrimonio può cambiare in meglio la tua situazione; però, a mio avviso,
è molto più probabile che produca il risultato contrario"
E allora cosa c'è che non va.
Perchè ho chiuso la lettura e non sono entusiasta come speravo.
Forse la trama era un po' prevedibile, almeno per me. In verità credo che Helen sia una eroina con cui si può solidarizzare, ma che non empatizza. E' una donna severa, rigida. cCapisco che questo sia il tratto che ne fa la forza e la fierezza, e anche che è la naturale conseguenza di una scottatura, ma con me non ha funzionato.
Paradossalmente, e contro corrente, ho preferito il primo romanzo di Anne, Agnes Grey, che peccato che non ho recensito. Una donna dallo sguardo puro, ma più umana, più fallibile.
Cosa costituisce la virtù, signora Graham? La condizione di saper e voler resistere alla tentazione, o quella di non avere tentazioni a cui resistere?
E' in lista da sempre...chissà quando arriverà il suo momento.
RispondiEliminaPer leggere i classici ci vuole sempre un certa predisposione. Verrà il suo momento e ne parleremo :-)
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