Adelaide del Vasto, da orfana a contessa di Sicilia (prima parte)

 XI secolo

La leggenda narra di una povera orfanella e dei suoi fratelli, partiti dalle terre liguri e giunti in Calabria per sfuggire alle manovre del malvagio zio Bonifacio, usurpatore del patrimonio di famiglia.

Il conte di Sicilia e Calabria Ruggero d'Altavilla se ne sarebbe perdutamente innamorato, e l'avrebbe presa in sposa, dandole il titolo di contessa.

Orfana sì, forse diseredata, ma decisamente non povera. Adelaide viene da una delle famiglie ghibelline più potenti dell'Italia settentrionale, la dinastia Aleramica, detta Del Vasto, per i possedimenti che dalla Liguria si estendevano fino al Piemonte e alla contea abruzzese di Vasto.

Sposa il conte Ruggero a Mileto nel 1090, che di anni già ne aveva 60. Lei giovanissima, aveva solo 15 anni. A Ruggero serviva un esercito, ma anche una corte fedele. Aveva già 10 figli, di cui 3 maschi, e se voleva assicurargli la discendenza doveva anche riequilibrare i numeri di una popolazione molto eterogenea.

In una Sicilia araba, greca e ebrea,  Adelasia porta con sé i latini: genovesi e i lombardi. I primi si danno al commercio: tra Messina e Genova inizia un partenariato commericiale molto solido, i secondi si stanziano in vere e proprie colonie. [Ai piedi dell'Etna ci sono ancora comunità che parlano il gallo italico, un idioma lombardo siculo]

Dunque Adelasia porta in dote un esercito, una buone dose di popolazione latina, ma anche intelligenza, fascino , energia e ambizione. Le sue sorelle si fidanzano con i figli di Ruggero avuti dai matrimoni precedenti, Goffredo e Maugerio. 

Suo fratello Enrico sposa la figlia di Ruggero, Flandina, e diventa il più potente barone della contea di Sicilia.

Accompagna spesso il marito nei suoi spostamenti, anche nelle imprese militari, e fa suo il progetto di realizzare un contesto dove Franchi, latini, greci e arabi devono  sentirsi parte di una stessa patria.

Quando Ruggero muore, nel 1101, i figli nati dal suo ultimo matrimonio hanno otto (Simone) e cinque anni (Ruggero II) . Ci sono anche due figlie, Matilde (anche la sua storia meriterebbe un post) e Maximina, che si suppone abbiano 7 e 3 anni circa.

Gli altri figli maschi non sono sopravvissuti al padre. 

Adelasia comincia la sua reggenza in qualità di contessa madre. Simone muore all'età di 12 anni. Rimane solo Ruggero II, che di anni ne ha solo 6. Per diventare conte deve aspettarne almeno  altri otto. 

Adelasia è una contessa, vedova, e per giunta straniera in una corte di Normanni, ma è anche una donna medievale. Non è stata né la prima né l'ultima a combattere per mantenere il posto che spetta a suo figlio

In Sicilia, come in Puglia e Calabria avevano il vizio di ribellarsi continuamente: non le aspetta un compito facile.

Eppure, i latini la chiamano Callida mater, gli arabi la definiscono malikah, che vuol dire "regina". Era una contessa, ma percepita evidentemente in tutta la sua portata regale.

Della sua reggenza è celebre il documento cartaceo più antico d'Europa, il Mandato di Adelasia, del 1109, scritto in greco e in arabo.

In realtà, per suo figlio regge e semina in ogni campo:

- Sceglie di vivere a Palermo: una vivacissima città già molto popolosa. Tutto ciò che proveniva dall'Oriente e per l'Oriente doveva passare di là.

Ora, anche se con il senno di poi (per via del suo secondo matrImonio con Baldovino re di Gerusalemme) si potrebbe già pensare a mire di espansionismo politico, la sua corte di fatto rimane in questo modo al centro di un flusso di informazioni e diplomazie con il mondo orientale. 

In ogni caso la cosa fu apprezzata dagli arabi di Sicilia.

- La Sicilia era una realtà composita e multietnica.

 Si circonda di collaboratori di tutte le etnie: alla sua corte ci sono Normanni (Roberto d'Avenel, alla giustizia), italogreci (Nicola, Leone alle finanze), arabi (il protonobilissimo Cristodulo, primo ministro), lombardi (suo fratello Enrico al ministero degli interni). Palermo diventa una corte internazionale.

- Conferma privilegi dei fedeli al marito e ne concede nuovi, ma si riserverà sempre di autorizzare i matrimoni del ramo femminile dei feudatari (non si sa mai chi ci si mette in casa);

- Come già aveva fatto Ruggero, evita di inimicarsi il clero locale, molto vicino al basilianesimo e alla chiesa greca. Sul Continente, infatti, avevano cominciato a far convertire i monasteri greci in benedettini, per evitare velleità bizantine. Ma Adelaide non ha paura, anzi  incoraggia con ingenti donazioni molti esponenti del clero calabrese (Luca di Lelicuccà, vescovo di Capo Rizzuto, e Bartolomeo da Simerim, abate del Patiron di Rossano), nonché partecipa alla costruzione di monasteri basiliani in Sicilia. Adelaide protegge e privilegia anche il primo monastero latino femminile di età ruggeriana, Santa Maria della Scala a Messina.

- Non esita a usare la forza per sedare i numerosi conflitti

Ruggero II cresce così, in una corte poliglotta e multietnica, dove impara a parlare e scrivere in latino, greco e arabo. Nel 1112  raggiunge la maggiore età, e dunque l'esperienza di reggente per Adelasia si chiude.

Un'altra però stava per aprirsi, avventurosa quasi quanto la precedente. 

Stay tuned.

Bibliografia 2.0:

Nicola Lorenzo Barile, Adelaide "del Vasto", callida mater e malikah di Sicilia e Calabria in "Con animo virile : donne e potere del Mezzogiorno medievale", a cura di Patrizia Mainoni, Viella 2010

Fara Misuraca, La leggendaria contessa Adelasia (http://www.ilportaledelsud.org/adelasia.htm)

https://www.stupormundi.it/it/adelasia-del-vasto

Ornella Mariani, Adelasia di Sicilia (http://www.italiamedievale.org/personaggi/adelasia.html)

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