Discorsi da dodicenni

3 gennaio 2022.

Il dodicenne torna dall'Isola di Paul, e Corie va a prenderlo all'aeroporto. 

Sono soli, hanno due ore circa per chiacchierare in macchina come mamma e figlio sanno fare.

Ovvero, quelle conversazioni in cui la parola boomer viene spontanea al figlio come i "no" che solo i figli dodicenni da sempre oppostivi sanno dare, 

quelle in cui per la gioia di rivedersi Corie evita di attaccare paternali sulla scuola e di enumerare i millemila propositi per l'anno nuovo su cui ha rimurginato in assenza del figlio ma che ovviamente lo riguardano, 

e il dodicenne lo sa perfettamente che si è trattenuta per puro amore.

C(orie): "Hai sentito i tuoi amici in queste vacanze?"

B(imbo): "Sì, certo"

C.: "Quindi sai anche che S. è in quarantena?"

B.: "No, veramente no."

C.: "Ma come, non vi siete sentiti? e che vi siete detti allora?"

B.: "Eh mà, non ci diciamo queste cose"

Ah, e quali cose allora?? Ma Corie cerca una risposta più diplomatica. Bimbo non ha la play dal padre, perciò è improbabile che abbiano giocato a distanza.

C.: "Vi siete chiamati spesso?"

Questo è il livello più alto di diplomazia di Corie. Lei la mamma di S. , pure in quarantena e positiva come tutta la famiglia, l'ha sentita praticamente tutti i giorni, a volte anche più volte al giorno, e saprebbe ripetere a memoria tutti i tamponi che hanno fatto e in che data. 

Ma l'alta diplomazia prevede che non si facciano paragoni tra modi di fare diversi in famiglia. Anche se la sua faccia eloquente dice tutto. E il dodicenne sa anche questo.

B.: "Ci siamo scambiati qualche messaggio."

Non c'è bisogno che Corie dica niente. Bimbo lo sa che vorrebe sapere che cosa mai si sono scritti in quei messaggi di così importante da far dimenticare che S. era positivo e in quarantena durante le vacanze di Natale. 

Corie tace.

Bimbo prende il telefono e scorre i messaggi.

B.: "Ecco i messaggi. l'ultimo è il giorno di Capodanno, e un altro è di Natale."

Auguri.

Auguri.

Tutto qui. i dodicenni si sono sentiti.

Sigh.

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