Però

Il pomeriggio è stato straordinario. 

Daniele Mencarelli una forza della natura su quel palco. Schietto, sincero, umile. Ha saputo raccontare di sè e della storia di Pietro e Jacopo, parlando  al cuore di ciascuno.

Ha incrociato lo sguardo dei genitori che hanno tante cose da raccontare, ha saputo guardare oltre i visi attenti, ha squarciato gli infiniti veli con cui nascondiamo le  nostre sofferenza e la nostra rabbia.

Ho portato Bimba con me questa volta. Non che lei lo avesse chiesto o ne avesse particolarmente voglia. Per coinvolgerla ho chiesto alle sue amiche se avevano voglia di dare una mano e (semel in anno) ho vinto.

Tre sedicenni con indosso la maglietta del 2 aprile,  a spostare sedie, controllare gli ingressi, porgere microfoni (e fumare sigarette elettroniche). Intanto è una stata l'occasione per passare qualche ora senza telefono, costretta ad ascoltare discorsi seri che non fossero di scuola. Si può parare d'altro che del like alle storie, di findanzati e di outift per le feste. Chi l'avrebbe mai detto eh.

Bimba ha fatto egregiamente la sua bella domanda (accuratamente preparata a casa), ha fatto centro nel cuore della libraia, che le ha affidato il posto d'onore vicino  Mencarelli, ed è tornata felice  verso casa, con quella giusta dose di adrenalina dopo un evento di cui ci si è sentiti un po' protagonisti. In un certo senso l'ha sentita anche un po' come la sua di gornata, quando rendersi utili e avere un piccolo ruolo apprezzato fa lievitare la nostra autostima. Era stanca, ma soddisfatta di sè.

Fino a quel momento, almeno.

Lei torna con le sua amiche, io un po' più tardi.  Vado verso casa e la chiamo. Mi aspetto una voce allegra, e invece la sento piangere. 

"S. mi ha lasciata."

Ecco qui. 

Bimba torna  a casa in lacrime,  mi racconta, mi abbraccia, si fa consolare.Tra i compiti che si richiedono alle madri nIl conforto mi viene bene generalmente. Magari riciclo qualche luogo comune, ma cmq per lei sono le prime volte e ancora non lo sa. Ovviamente Dentro di me  maledico S. per le successive due ore.

Il giorno dopo è lunedì. Bimba ha gli occhi arrossati e gonfi. Mi dice che non ha dormito tutta la notte. Deve andare a scuola, ha un compito stamattina.

Dove troverà la concentrazione non lo so. La domanda traspare evidentemente dalla mia faccia.

"Però, mamma, quando mi lasciai con G. (3 mesi fa, ndr) poi andai molto meglio a scuola".

Questa me la segno, qualcosa mi dice che mi tornerà utile. 



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