In Oriente con Tiziano Terzani, Tamara Baris
Uno zaino, tanti treni e tanti incontri.
L'avventura di una giovane scrittrice, editor di professione, alle prese con la sua personale ricerca su Tiziano Terzani.
Se, come me (confesso il mio peccato) non avete ancora letto niente di Tiziano Terzani, e temete che sia una biografia della sua esperienza in Asia, vi rassicuro subito:
non è un saggio su Tiziano Terzani
non è un libro sull'Oriente
si può leggere anche se di Terzani non avete letto niente
non è l'apologia di un guru.
Se però, Terzani lo conoscete, non potetee perdervi la lettura di questo libro.
Tamara Baris scrive un diario di bordo, a memoria delle tappe più significative nella scoperta di uomo, dei suoi luoghi e della sua eredità.
La destinazione non è l'Oriente, come potrebbe suggerire il titolo del libro, ma le persone.
Incontrare persone e luoghi che sono eredi di una visione, e che dunque si portano dentro la stessa anima e lo stesso entusiasmo.
Qui l'Oriente è più che altro una predispozione della propria sensibilità, non proprio un luogo fisico.
A ben pensarci, la chiave di tutto è proprio nel sottotitolo. E' questa attenzione alle persone dietro le notizie, alle storie minime, all'ascolto, all'approfondimento, e al tempo che esso richiede che fa del giornalismo di Terzani un esempio ancora da seguire.
Tiziano Terzani è stato un fiorentino scettico alle prese con il buddismo, dotato di una sterminata curiosità e di una marmorea competenza; un gornalista che ha segnato una strada profonda e anticonformista nel suo mestiere, e non solo. E per essere competenti e anticonformisti ci vuole tempo, coraggio e determinazione.
E così sono le persone che Tamara Baris ha incontrato, a riprova che un giornalismo etico è ancora possibile.
La Baris è stata editor di tre libri di giornalisti (uno, per esempio, è questo), e dunque lo sa bene.
Tra le cose belle di questa lettura c'è la prima persona.
L'autrice dice tanto di sè mentre cerca altro. Sfuggendo ad una facile catalogazione in uno specifico genere letterario (la bibliotecaria che è in me non ne può fare a meno, ndr), ci insegna come lo studio e il dialogo, la conoscenza dell'altro, tengano il filo dei nostri pensieri e dunque delle nostre riflessioni sulla realtà.
L'altra cosa bella è l'entusiasmo che accompagna la scoperta di una ricercatrice. Una scoperta non solo di notizie, manoscritti, racconti accennati (penso al capitolo sulla fondazione Cini), ma proprio l'incontro con persone cherifuggono da una visione frettolosa e approssimativa della vita e della professione.
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Due chiacchiere con Corie ....: