Il segreto di Lady Audley, Mary Elizabeth Braddon

                                                           

Mary Elizabeth Braddon scrisse in vita 85 romanzi e 9 commedie. In Italia è conosciuta poco, forse solo per questo romanzo. Ne sono stati pubblicati altri 3, ma certamente la sua sconfinata produzione non ha trovato giustizia.

Pubblicato su rivista a puntate nel 1862 (esattamente come East Lynne), ambientato nel 1857, incontrò subito già un grandissimo successo di pubblico quando uscì.

Sir Michael Audley, vedovo da anni, con una figlia, Alicia, sposa una giovane e incantevole istitutrice. Suo nipote, un avvocato con poco lavoro e tanti libri da leggere, incontra un vecchio amico, George Talboys, appena tornato dall'Australia in cerca di fortuna. Appena sbarcato, George scopre della morte di sua moglie, e, poco dopo, anche lui misteriosamente scompare. Sarà la forte amicizia e la determinazione del giovane avvocato a voler far luce sulla vicenda, e a guidare il lettore passo passo nelle idagini. 

Non manca nessuno degli ingredienti della sensational novel vittoriana: una bella residenza con angoli misteriosi, fanciulle povere e belle ed ereditiere impertinenti, ufficiali onesti e diseredati, presunti fantasmi, scambi di persona, istitutrici dall'oscuro passato, omicidi, avvocati indolenti, bambini abbandonati.

E poi la follia. 

Sembra che basti poco per essere considerati pazzi e destinati al manicomio. Certo, qui non c'è neanche l'eco degli esperimenti (oggi violenze) che gli internati subivano nella seconda metà dell'800; quella di cui  si parla è una prigione dorata, dove la condanna è la solitudine eterna e il marchio che chi entra non potrà scrollarsi di dosso. Una versione edulcorata e compassionevole per ricchi che vogliono evitare le  chiacchiere.

La trama tiene il lettore incollato alle pagine, come d'altronde obbliga il genere ("Non ho letto Alexandre Dumas e Wilkie Collins per niente" dice il bell'avvocato Robert Audley), sebbene il mistero sia svelato fin dal terzo capitolo. 

A me non dispiace: io mi voglio godere il viaggio, anche se conosco la meta. 

E il viaggio è piacevole. 

Certo, a volte è forzatamente intrecciato: qualche personaggio ha uno spazio non molto funzionale alla storia: pensiamo alla famiglia dello scomparso George Talboys, che, in fin dei conti, aggiunge qualche altro elemento alla trama, ma non la risolve. Le imperfezioni e la prolissità si spiegano con la pubblicazione a puntate, che per forza di cose deve fidelizzare il lettore con nuovi personaggi, anche se poi il finale a cui sono destinati ci lascia perplessi. Non perdonerò facilmente alla Braddon di non aver coronato il sogno d'amore di Alicia Audley. 

Ma pensiamo alle atmosfere: la meravigliosa villa degli Audley, la cui descrizione apre il romanzo. Tutte quelle stanze abbandonate, quei passaggi segreti, quel giardino pieno di mistero; e le stanze di Miss Audley: che meraviglia! il quadro preraffaellita che campeggia nella stanza della protagonista non é solo un omaggio ai giovani artisti bohemien contemporanei alla Braddon, ma rendono l'atmosfera del romanzo gotica e decadente, oltre che un chiaro presagio di una donna bella ma senza pietà. 

Non mancano riflessioni nelle pieghe degli eventi: considerazioni sulle donne, sulla loro capacità di lottare e affrontare le avversità a testa alta, ma anche sulla capacità di essere crudeli e calcolatrici. 

"Rammentando un centinaio di vicende di perfidia femminile, rabbrividì pensando fino a che punto poteva essere impari la lotta tra lui e la moglie dello zio». 

Il segreto di Lady Audley
Lady Audley's secret
Mary Elizabeth Braddon
Traduzione di Chiara Vatteroni
Rba, 2021(Storie senza tempo)
377 p. 

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