Il segreto di Vittoria, Giulia Alberico

Sempre stata convinta che di Vittoria Colonna si parlasse troppo poco.

Entra spesso come coprotagonista di tante storie soprattutto se si parla della sua amicizia con Michelangelo, o, per i più scafati di storia, se si parla di Reginald Pole e di Spirituali e Controriforma.

E quanto sono ricche le storie dei coprotagonisti storici.

Per la prima volta lei è al centro della storia e Michelangelo una comparsa.

 Il romanzo finge di essere il diario dell'ultimo anno di vita di Vittoria Colonna (siamo nel  1546). 

E' la sua dama di compagnia a trovare il diario e a sfogliarlo per noi, 20 anni dopo la morte della sua padrona, ripercorrendo così varie tappe della sua vita: l'incontro con Michelangelo Buonarroti, per esempio, nella Chiesa di San Silvestro, annessa al convento dove Vittoria si ritirò fino alla morte. Michelangelo le fa da guida, mostrandole lo splendido dipinto della Madonna del latte, risalente al XIII secolo. Una madre di Cristo troppo umana forse, per la Chiesa della Controriforma. 

Ed è su questo che tutta la narrazione si concentra: il ruolo di Vittoria nella Riforma del cattolicesimo. 

Da una parte abbiamo una Chiesa tanto corrotta quanto spaventata dall'ondata della Riforma che stava travolgendo l'Europa, dall'altra abbiamo una serie di correnti più o meno eterodosse che si confrontano sulle dottrine di Lutero e sulla possibilità o meno di una conciliazione con il cattolicesimo. 

Furono tanti i salotti e i carteggi dove le aristocratiche nobildonne del Cinquecento discutevano  sulle nuove idee, sulla necessità di una purificazione della Chiesa e sul destino delle comuni amicizie: il frate predicatore Bernardino Ochino, per esempio, oppure Pietro Carnesecchi, umanista e diplomatico protetto da Clemente VII e che trovò poi il rogo con Paolo IV. Il romanzo si apre proprio con il racconto della sua morte. 
E ancora Reginald Pole, la cui adesione alle idee di Valdes gli precluse per un soffio il soglio pontificio.

Un personaggio tormentato quello che viene fuori da queste pagine, che cerca consolazione non solo nella fede, ma anche nelle amicizie. Non può sfuggire al lettore quanto sia rappresentata qui la portata rivoluzionaria dell'amicizia femminile: basti pensare a Giulia Gonzaga, Renata d'Este: l'una a un passo dall'eresia, l'altra dichiaratamente calvinista. E poi al carteggio con Margherita d'Angouleme, da sempre amica e protettrice dei riformisti.

Infine il marito, Ferdinando d'Avalos, celebre condottiero fedele all'imperatore Carlo V, che lei non smetterà mai di cantare, e alla quale si è mantenuta fedele per tutta la vita (e non deve essere stato un tipino tanto facile). Anche questo spazio dato alla nobile famiglia spagnola del vicereame napoletano è un giusto riscatto: Costanza d'Avalos, zia di Ferdinando, aveva creato a Ischia un circolo culturale di altissimo livello, frequentato dai numerosi poeti, tra cui Jacopo Sannazzaro, e dove probabilmente Vittoria ebbe modo di crescere anche come poetessa.

Scrittori all'ascolto, diteci di più su queste famiglie così illustri, e ora dimenticate. 

Un libro breve, che non esaurisce certo gli argomenti della vita sua protagonista, ma che preferisce concentrarsi su un aspetto decisivo e poco raccontato.

Il segreto di Vittoria
Giulia Aberico
Mondadori, 2024
188 p.

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