La moglie del santo, Corrado Occhipinti Confalonieri
Lui sogna di essere un cavaliere, lei di essere una buona moglie e una buona madre.
Il matrimonio è combinato dalle famiglie, ma loro si piacciono, e tutto sembra andare bene.
Eppure niente va secondo i loro piani.
Un grave incidente durante una battuta di caccia cambia il destino dei protagonisti. Corrado adesso ha qualcosa espiare, e non è solo una colpa.
Ed è qui che il lettore moderno deve entrare nel vivo del Medioevo.
La bellezza di questa storia è che si tratta di una storia medievale, raccontata dai protagonisti secondo la mentalità del loro tempo. Immersiva al punto giusto se vi lasciarete trasportare e metterete da parte le categorie del nostro tempo.
Corrado decide entrare nell'ordine dei francescani come terziario penitente per espiare fino in fondo la superbia e l'orgoglio di cui si sente colpevole. Ed Eufrosina lo sostiene in questo folle proposito.
Folle per noi, si intende: nel Medioevo non era così insolito che anche durante il matrimonio si potesse entrare in convento. Ma quello che sostiene questa coppia è la fede, che ha dei piani per loro e che loro accettano e perseguono con una docilità che non appartiene più alla nostra generazione.
Eufrosina è sì un'eroina, ma non trasferisce valori e rivendicazioni che appartengono ai giorni nostri, come spesso succede quando ci sono protagoniste femminili nei romanzi storici. E' una donna di fede, che crede nel Bene, e questo bene Corrado e Eufrosina lo diffondono a macchia d'olio.
E questo è il secondo punto di forza del romanzo: siamo abituati ad una immagine del Medioevo cinica, guerrafondaia, nella quale gli interessi del potere sono sempre sottintesi rispetto a quelli proclamati: invece qui si restituisce a un'epoca la sua purezza.
Corrado Confalonieri, omonimo dell'autore, è il santo patrono della città di Noto. Una storia che inizia a Piacenza, per la precisione Calendasco, in una nobile famiglia guelfa, e si conclude a Noto, in Sicilia, dove visse facendo una vita da eremita (San Corrado è il patrono di Noto), passando per Firenze, Assisi e Roma.
Un'agiografia dei nostri giorni, possiamo dire, dove non vengono nascoste le debolezze di un uomo che ha intrapreso un cammino di espiazione incerto, nel quale spesso ha brancolato nel buio, e che non si nasconde di aver avuto bisogno del sostegno della sua donna per arrivare fino in fondo.
Anche il lavoro di dedizione fatto all'ospizio di Calendasco è una nota, tra le tante, del lavoro della Chiesa medievale
E veniamo al contesto storico.
Intanto, io pensavo che i Francescani fossero venuti a portare la pace nella Chiesa, e invece scopro che c'è stata una lotta sanguinosa tra Conventuali e spirituali all'inizio della storia dell'ordine. Una lotta che ha comportato scomuniche e risse non di poco conto.
Francesco d'Assisi era morto da poco più di 80 anni (1226) e l'ordine si spartiva la sua eredità, tra chi intendeva la povertà come vivere di povertà assoluta, e chi invece ammetteva almeno l'elemosina per la sopravvivenza. Se si pensa che Santa Chiara aveva vissuto nell'ordine degli agostiniani, applicando la regola dei frati minori francescani, si può dare l'idea della confusione in cui l'ordine di San Francesco ancora versava. L'elezione di Giovanni XXII considerò infine quella degli spirituali un'ala oltranzista ed eretica del movimento, ma non mancarono episodi di conventi occupati, addirittura il rogo per quattro irriducibili spirituali, che consideravano ormai il Pontefice un anticristo.
Il risvolto poco conosciuto di questi primi anni della Regola è ben spiegato, come pure le conseguenze della nascita del nuovo ordine che doveva trovare uno spazio politico all'interno della Chiesa.
Interessantissimo poi il viaggio a Firenze dove Corrado ha la possibilità di conoscere le opere di Coppo di Marcovaldo (ispirate alla Vita prima di Tommaso da Celano) e di incontrare Giotto, che pure è una figura imprescindibile dell'arte francescana del tempo, e poi ad Assisi dove Corrado vede raffigurata la vita di Francesco secondo la Legenda Maior scritta da Bonaventura di Bagnoregio, voce ufficiale della Chiesa. E qui una serie di riflessioni che non possono non incuriosire il lettore.
Ultima nota: i Visconti. Dal 1322 Galezzo Visconti è signore di Piacenza, ma la minaccia del Papa e degli angioini, rappresentati la parte guelfa, resero la gestione altalenante e complicata a causa delle continue interdizioni del pontefice. Anche qui, l'autore ci porta in precari equilibri di una provincia, specchio di interessi molto più grandi, delle lotte tra Papato e Impero.
E ora basta, che ho scritto troppo.
Corrado Occhipinti Confalonieri
Minerva, 2019
358 p.
Bel blog,se vuoi seguirmi sarò felice.Notte
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