Passeggiate notturne

C'è stata, in questo lockdown, una nota di poesia.

Non è facile contenere un decenne agli arresti domiciliari.
Passata l'euforia per l'esenzione scolastica, 

passata quella per la dispensa dalla mensa scolastica (vuoi mettere Corie ai fornelli tutti i giorni), e poi per avere più ore per giocare alla play; 

passati i buoni propositi di suonare la chitarra  e leggere 10 pagine al giorno del suo libro, guardare film anche durante la settimana, 

dopo circa un mese Bimbo si è reso conto di essere in gabbia. 

Una gabbia dorata, per carità, ma pur sempre una gabbia.

L'ultima volta che è uscito di giorno c'era freddo. 
Lo so perchè in macchina è rimasta la sua felpa col cappuccio, e sarebbe anche ora di riprenderla e lavarla.

Ci sono un paio d'ore nella giornata  in cui Corie sa di essere libera. Gugu non la chiamerà nelle prime ore di sonno serali, non avrà bisogno di lei.
Qualche sera, dopo cena, verso le 10 io e Bimbo siamo scesi. Una passeggiata di una mezz'ora. 

Non passava una macchina, non una persona. Il silenzio assoluto. 

Il profumo di gelsomini era così forte che sembrava di essere in  giardino, e invece eravamo al centro della Cittadinadimare. 

 
Nonostante le esplosioni e le implosioni di questo strano tempo di questo giovane decenne preadolescente, nonostante la nostalgia degli amici e dei pranzi a casa dei nonni, degli allenamenti di calcio e basket, abbiamo desiderato entrambi fermare il tempo, e godere di questa suggestione di camminare dentro un quadro. 

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