La cucina color zafferano, Yasmin Crowther
Titolo:
La cucina color zafferano
Traduttore: P. Mazzarelli
Pubblicazione: Parma : Guanda, 2006 260
Traduttore: P. Mazzarelli
Pubblicazione: Parma : Guanda, 2006 260
Desideravo
leggere questo libro da molto tempo; tutte le mie amiche appassionate di
storie femminili iraniane me ne avevano parlato molto bene. Quando è
così, le aspettative sono altissime, e quasi sempre si va incontro ad
una delusione.
Si tratta di una bella storia, me ne sono
accorta solo raccontandola a mia figlia, spesso curiosa di farsi
raccontare le trame dei romanzi che leggo, cosa che mi da l’occasione di
riflettere ad alta voce su quello che leggo.
Credo che sia stato lo stile eccessvamente
poetico ed evocativo che mi abbia infastidito la lettura; capisco che
per qualcuno questo possa essere un punto di forza, e che possa spiegare
le 4/5 stelline che generalmente le si attribuiscono.
E’ un libro che parla di integrazione, della
difficoltà per chi viene da una cultura definita e forte, di trovarsi a
casa in qualsiasi altro posto del mondo. E’ questo che prova Maryam in
Inghilterra: trova la libertà, certo, ma paga il prezzo di perdere gli
affetti e le radici. Tutta l’educazione che ha ricevuto, che le ha
instillato un’inamovibile intransigenza nei comportamenti, nei costumi e
nei rapporti umani, non ha nessun valore nel posto in cui lei sceglie
di vivere. E lei finisce per sentirsi sempre fuori luogo.
Sebbene sia stata lei stessa a ribellarsi ad
un futuro già scritto in Iran, non riesce a sentirsi sicura in nessun
altro posto al mondo.
E’ una storia che parla di dolore, di un
doloroso rapporto tra un padre e una figlia. Li lega un affetto
indiscusso: più forte per Myriam della prova e dell’umiliazione a cui
l’ha sottoposta il padre, che lei riconosce nonostante la ferita che le
ha inferto, assolvendolo ancora una volta.
La parte che però più mi ha commossa del
libro è il rapporto di Myriam con sua figlia Sara, nata in Inghilterra.
Più che il dramma della madre, mi sembra sia raccontato molto bene il
dramma di questa giovane trentenne. Il suo mondo, la sua famiglia, sua
madre (che fugge all’improvviso in Iran, in un momento in cui lei ne
avrebbe avuto davvero bisogno) le si sgretolano davanti. Tutto viene
messo in discussione proprio in un momento di grande fragilità per lei,
che si trova disorientata di fronte a delle verità taciute per troppo
tempo.
E infine, veniamo alla protagonista. So che
mi attirerò un sacco di critiche per quello che sto per dire, perchè
naturalmente la storia del suo dolore non può che assolverla totalmente.
Invece io l’ho trovata una donna non risolta, un po’ capricciosa e
molto egoista. Pretende di essere giustificata, capita, con i suoi
tempi, i suoi silenzi, i suoi mezzi discorsi, venendo meno alle sue
responsabilità e dimostrando ingratitudine per chi l’ha amata e accolta.
3 stelline.
Recensione pubblicata anche su: http://www.librodopolibro.com/la-cucina-color-zafferano/
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