La cucina color zafferano, Yasmin Crowther

Titolo: La cucina color zafferano Yasmin Crowther
Traduttore: P. Mazzarelli
Pubblicazione: Parma : Guanda, 2006
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Desideravo leggere questo libro da molto tempo; tutte le mie amiche appassionate di storie femminili iraniane me ne avevano parlato molto bene. Quando è così, le aspettative sono altissime, e quasi sempre si va incontro ad una delusione.
Si tratta di una bella storia, me ne sono accorta solo raccontandola a mia figlia,  spesso curiosa di farsi raccontare le trame dei romanzi che leggo, cosa che mi da l’occasione di riflettere ad alta voce su quello che leggo.
Credo che sia stato lo stile eccessvamente poetico ed evocativo che mi abbia infastidito la lettura; capisco che per qualcuno questo possa essere un punto di forza, e che possa spiegare le 4/5 stelline che generalmente le si attribuiscono.
E’ un libro che parla di integrazione, della difficoltà per chi viene da una cultura definita e forte, di trovarsi a casa in qualsiasi altro posto del mondo. E’ questo che prova Maryam in Inghilterra: trova la libertà, certo, ma paga il prezzo di perdere gli affetti e le radici. Tutta l’educazione che ha ricevuto, che le ha instillato un’inamovibile intransigenza nei comportamenti, nei costumi e nei rapporti umani, non ha nessun valore nel posto in cui lei sceglie di vivere. E lei finisce per sentirsi sempre fuori luogo.
Sebbene sia stata lei stessa a ribellarsi ad un futuro già scritto in Iran, non riesce a sentirsi sicura in nessun altro posto al mondo.
E’ una storia che parla di dolore, di un doloroso rapporto tra un padre e una figlia. Li lega un affetto indiscusso: più forte per Myriam della prova e dell’umiliazione a cui l’ha sottoposta il padre, che lei riconosce nonostante la ferita che le ha inferto, assolvendolo ancora una volta.
La parte che però più mi ha commossa del libro è il rapporto di Myriam con sua figlia Sara, nata in Inghilterra. Più che il dramma della madre, mi sembra sia raccontato molto bene il dramma di questa giovane trentenne. Il suo mondo, la sua famiglia, sua madre (che fugge all’improvviso in Iran, in un momento in cui lei ne avrebbe avuto davvero bisogno) le si sgretolano davanti. Tutto viene messo in discussione proprio in un momento di grande fragilità per lei, che si trova disorientata di fronte a delle verità taciute per troppo tempo.
E infine, veniamo alla protagonista. So che mi attirerò un sacco di critiche per quello che sto per dire, perchè naturalmente la storia del suo dolore non può che assolverla totalmente. Invece io l’ho trovata una donna non risolta, un po’ capricciosa e molto egoista. Pretende di essere giustificata, capita, con i suoi tempi, i suoi silenzi, i suoi mezzi discorsi, venendo meno alle sue responsabilità e dimostrando ingratitudine per chi l’ha amata e accolta.
3 stelline.

Recensione pubblicata anche su: http://www.librodopolibro.com/la-cucina-color-zafferano/

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