Il giro dell'oca, Erri De Luca
Concludo con questo monologo la mia parentesi cartacea.
Il kindle è arrivato: è pronto, è carico, e io non vedo l'ora di finire la Saga dei Medici iniziata su carta.
Conoscevo Erri De Luca, non mi è mai piaciuto particolarmente come scrittore in effetti, l'ho apprezzato di più come poeta.
Un fenomeno a me ben conosciuto che si chiama masochismo letterario.
E' la teoria della seconda chance applicata alla lettura:
riprendere in mano autori che non mi sono piaciuti, per cercare di riscattarli nella mia considerazione,
e/o finire di leggere libri che fin dall'inizio non mi piacciono, perchè (spero) possano sempre riprendersi sul finale.
Insomma , una filosofia di vita che non può che portare alla deflagrazione e alla rottura definitiva.
Sono stata sommersa dalle parole, praticamente investita e stesa da questo zibaldone di pensieri.
Dopo aver letto De Silva, Pascale, e adesso De Luca posso supporre che ci sia una precisa politica editoriale di scelta di autori maschi napoletani e logorroici, con la qualità specifica di mortificare il racconto a favore di un certo narcisismo biografico e intellettuale.
Ora , qualcuno ci ha messo una naturale ironia, che alleggerisce il tutto, ma De Luca, per sua stessa ammissione, non è uno scrittore ironico.
L'interlocutore fantasma di questo finto dialogo è il figlio mai nato dell'autore, che diventa ben presto il suo alter ego. Se dalla quarta di copertina potevo aspettarmi un a sorta di versione maschile della Fallaci (Lettera a un bambino mai nato), ancora mi chiedo se sono stata o meno esaudita. Nessun sentimentalismo, semmai un lascito di eredità. Racconti di vita vissuta, come la sua militanza nel partito, fino al suo amore per Napoli, all'uso della lingua dialettale, al rapporto con la madre (la sua riluttanza ai presuntuosi è stato uno dei passi che ho apprezzato), della sua considerazione della letteratura.
L'aspettativa di un po' di sentimento e rimpianto per questo figlio che non ha mai stretto tra le braccia, mi ha ingannata. Non c'è sentimento, nè alcuna dose di ironia. Solo un lascito testamentario molto intelletuale e poco affettivo.
Amo moltissimo Erri De Luca, ma questo libro non lo conosco ancora. Ti farò sapere.
RispondiEliminaOk, mi interessa il parere di chi lo apprezza più di me
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