Il capofamiglia, Ivy Compton- Burnett

 Ambienti chiusi, descrizioni rare e asciutte,  storia che evolve attraverso i daloghi. 

Torna, anche in questo romanzo, l'impianto teatrale che già mi aspettavo dopo aver letto Più donne che uomini.

Ivy Compton Burnett non ha una scrittura facile: i suoi personaggi non empatizzano, non piacciono al lettore. Sono per lo più personaggi che non sono quello che sembrano. Non avendo aiuto da parte della narratore, il lettore deve fare tutto da sè, e arrivare fino in fondo per capire esattamente con quale genere di personaggio ha  che fare.

In questo caso abbiamo un capofamiglia vecchio stile, Duncan Edgerworth, sua moglie Ellen (che ci lascerà ben presto, forse sfinita da una vita di accondiscendenza) le sue due figlie e un nipote orfano che vive con loro.

A partire dalla seconda moglie di Duncan tutto si complica e l'immagine del perfetto equilibrio si frantuma a poco a poco, rivelando la vera natura di ogni  parte in gicoco.

Questa volta la storia ha una data: tutto inizia il giorno di Natale del 1885, in in piena era della regina Vittoria, sebbene il romanzo sia stato pubblicato nel 1935.  La data scelata non è un caso.

E', di fatto, la storia di una famiglia allargata in epoca vittoriana, tanto disfunzionale quanto spesso tragicomica, nella quale tutti dicono ciò che pensano lasciandoci spesso spiazzati di fronte a tanta sincerità. A volte si sorride, a volte si gela. 

Si susseguono colpi di scena, spesso drammatici, ai quali ognuno sembra non partecipare con la giusta commozione. Tutto è freddo, tutto è un dato di fatto che cambia le cose esternamente, senza produrre un cambiamento nel personaggio, che rimane costante nel suo ruolo. 

La comunità del paese fa da contorno alle vicende di famiglia, e lì, per distinguere l'uno dall'altro, ho fatto un po' di fatica. Fatica non ripagata in effetti, perchè questa comunità confusa rappresenta la morale comune, il pettegolezzo, il chiacchiericcio che si crea intorno ad una famiglia illustre: insomma, le comari del paesino che non brillano certo di iniziativa (cit.)

Per la Burnett, per questo stile che somiglia più ad una sceneggiatura che a un romanzo, ci vuole un lettore ostinato e insistente. Non mancheranno segreti e colpi di scena: il punto, semmai, è arrivare alla fine.

Il capofamiglia
A house and hits head
Ivy Compton Burnett
Traduzione di Manuela Francescon
Fazi, 2020 (Le strade)
347 p.

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