Teodora la figlia del Circo, Mariangela Galatea Vaglio

 Vedi cosa succede a non avere pregiudizi. 

Se Giustiniano, uomo di legge e futuro imperatore, avesse dato retta alle malelingue (alla zia Eufemia, moglie dell'imperatore Giustino)  non avremmo avuto una regina come Teodora, che non solo ebbe un ruolo di primo piano nella politica dell'Impero, ma neanche la Basilica di San Vitale  a Ravenna.

Questa storia inizia nel 499 d.C. a Costantinopoli, che, sentivo in una diretta fb dell'autrice, era la New York dell'epoca: un crocevia di razze e di provenienze, una realtà multiculturale e effervescente.

Giustiniano arriva in città con suo zio Giustino, generale dell'imperatore Anastasio. La distanza che li divide è enorme: Giustiniano è un giovane giurista, colto e di bella presenza; suo zio Giustino è un grande militare, ma è rimasto l'uomo rozzo della Bitinia: non ha mai imparato a leggere e scrivere, non gradisce la vita mondana, è schivo e riservato. E sua moglie Eufemia è forse peggio di lui.

Giustiniano e Teodora si conoscono ad una festa a casa di Ipazio, nipote dell'imperatore Anastasio. Giustiniano e il suo ospite sono la gioventù d'oro di Costantinopoli, Teodora è la ballerina spregiudicata chiamata per animare la serata. Eppure, Teodora non abbassa la testa al nipote dell'imperatore che le chiede una prestazione scandalosa, e proprio allora interviene il futuro imperatore, nonché suo futuro marito.

Le cose, comunque, non sono per niente facili. 

Non basta essere Cenerentole perché ti riportino la scarpetta. 

Di mezzo ci sono questioni molto più grandi di loro. Per esempio, il fortissimo contrasto tra monofisiti e fedeli al Concilio di Calcedonia. Oggi come oggi sembra una questione di lana caprina, ma all'epoca Anastasio si giocò l'elezione al soglio imperiale. Per avere l'appoggio del clero giurò infatti che avrebbe difeso l'ortodossia contro coloro che negavano la doppia natura umana e divina di Cristo, pur non essendo un segreto per nessuno che simpatizzava per i monofisiti.  La città è divisa: le due fazioni sportive diventavano sempre più politiche e religiose: gli Azzurri, senatori calcedoniani;  i verdi, commercianti e monofisiti. 

Non solo: i confini sono una spina nel fianco: erano insorti gli Isaurici guidati dal fratello del vecchio imperatore Zenone, e poi i Persiani, e come  non bastasse anche Vespasiano si mette a capo dei Traci e degli ortodossi contro l'eresia.


Insomma, situazione incandescente, dove non manca la possibilità per militari e giuristi di darsi da fare.

Ed è esattamente quello che fanno Giustino e suo nipote. Nell'ascesa niente sarà facile: con loro ha vinto la fazione ortodossa, che adesso deve fare in conti con quella che si ritiene tradita.

Se Giustiano ci offre la prospettiva di ciò che accade a Costantinopoli, Teodora invece ci offre l'opportunità di capire cosa sta succedendo e cosa si percepisce nelle provincie: segue uno dei suoi amanti ad Apollonia, e poi fugge ad Alessandria d'Egitto, e ancora ad Antiochia, dove stringe amicizia con il patriarca e un gruppo di simpatizzanti monofisiti. 

Ho già detto tanto, e non svelerò come le strade dei due finiranno per incrociarsi. Eppure la missione di Teodora non è solo conquistare il cuore di Giustiniano, ma anche uno spazio per nuove correnti di pensiero.

Il romanzo è un caleidoscopio di storie: dalle grandi questioni di pensiero, al tratteggio di belle figure storiche, come Anicia Giuliana nipote di Teodosio, o lo stesso Giustino, come è ricco di aneddoti.

Una prosa accattivante e moderna, che ci fa calare perfettamente nell'umanità dei protagonisti. 

Il secondo volume della saga è già stato pubblicato, e non vedo l'ora di leggerlo.


Teodora, la figlia del circo
Mariangela Galatea Vaglio
Sonzogno, 2018
380 p. 

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