L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Oliver Sacks

 

Difficilmente rileggo. 

Ho troppa fretta di leggere la pila di libri che mi aspetta (e che continuo a comprare) per riprendere in mano cose che già vissute.

Avevo però l'impressione che qualcosa, con questo libro, fosse andato storto la prima volta. La prima volta è stata circa 20 anni fa. Me ne aveva parlato un amico, ma io  non lo afferrai, non riuscii a trovare la chiave giusta per la lettura.

Vent'anni dopo, (e circa dieci di "una vita con la A"), e grazie anche alla genialata dell'abbonamento ad Audible, l'ho ripreso tra le mani. E adesso voglio tutti i libri di Oliver Sacks.

Il titolo accattivante crea un'aspettativa di bizzarra ironia: il lettore crederà di sorridere leggendo le storie strampalate dei pazienti del dottor Sacks, psichiatra newyorkese negli anni '60-'70.

Credo sia stato questo a non funzionare la prima volta: l'aspettativa tradita. Forse il primo episodio può avere dei risvolti da commedia, ma in realtà c'è poco da ridere. Le stravaganze dei pazienti sono trattate con l'approccio scientifico della psichiatria. 

E però, se di ironia ce n'è poca, c'è invece molto altro.

Si tratta di 24 casi di singolari patologie, corredati da un post scriptum nel quale l'autore tira le somme delle ipotesi, dell'evoluzione delle diagnosi, dei successivi studi fatti su casi simili, o del confronto con la vita che questi stessi pazienti hanno condotto.

Intanto, la prima considerazione è che la salute della mente è molto più precaria di quanto si possa immaginare. Sia che le disfunzionalità si presentino alla nascita, sia che insorgano del corso della vita, si ha l'impressione che il filo sottilissimo che ci tiene legati all'equilibrio mentale sia troppo facile a spezzarsi. 

La seconda è che, se solo per un attimo, dimentichiamo le "tipiche" abilità della mente umana, questo libro si rivela un affascinantissimo viaggio nelle infinite possibilità della comunicazione mente corpo, che solo statisticamente seguono le regole della "normalità", ma che spesso comunicano in maniera del tutto fuori dell'ordinario. Anzi, nei casi che sembrano maggiormente compromessi, verranno fuori delle insospettate funzionalità, anche di grande potenza creatrice, dimostrando insospettate capacità e talenti. 
Penso al caso di Madeleine J., (Mani, storia n. 5) 60 anni, ipovedente dalla nascita affetta da paralisi celebrale, eppure vivace colta, con una grande passione per le storie. Aveva una totale incapacità di controllo delle mani, eppure cominciò a modellare la creta, e i risultati furono tali da guadagnarsi anche una buona fama locale come la scultrice cieca del luogo.

La terza considerazione è che casi come questi, sebbene raccontati da uno scienziato, finiscono per essere commoventi. Difficilmente dimenticherò Il marinaio perduto, che aveva azzerato tutti i ricordi degli ultimi 20 anni, ma capace di riconoscere solo il fratello.

Insomma, è un libro pieno di speranza, nonostante tratti di casi clinici. Mi sono convinta leggendolo, che, di fronte alle millemila possibilità di espressione delle menti cosiddette compromesse,  la speranza sia  il reale sostegno della psichiatria. 

E' un libro pubblicato per la prima volta nel 1970, eppure, con grandissima umanità, Sacks fa il tifo per i suoi pazienti, non affinché recuperino acquisiscano una serie di abilità "tipiche", ma perché siano felici e vivano con dignità la loro condizione, anticipando così di circa 50 anni il  concetto di abilismo, considerato ancora un neologismo.

P.s. Il 20° caso descritto da Sacks è dedicato a Hildegarda di Bingen, alla spiegazione scientifica delle sue visioni estatiche.
In generale il testo è costellato di rimandi ai personaggi della letteratura e di autori: molti, per esempio, i rimandi a Dostoevskij.

L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello
The Man Who Mistook His Wife For a Hat

Oliver Sacks
Traduzione di Clara Morena
Adelphi, 1986 (Gli Adelphi, 190)
Letto per Audible da Pino Insegno.

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