Il conte di Montecristo, Alexandre Dumas

- Tutti quelli che lo hanno già letto ti hanno detto che è bellissimo, ma nessuno ti ha raccontato la trama.

E' perchè la trama è complessa, i fatti sono tanti, le famiglie prevedono tanti personaggi, e i personaggi della prima parte tornano nella seconda con nomi e ruoli diversi.

[Lascio in basso uno schema delle famiglie. Nella lettura a me è stato d'aiuto].

- E' una lettura prolissa, che spaventa per il numero di pagine. Probabilmente un editor contemporaneo lo avrebbe tagliato in più parti (in effetti ci provarono già nel 1869), perciò per leggerlo bisogna essere pronti e armati. 

Io mi sono armata di kindle, per esempio (che anche per le note è stato fantastico, perchè non dovevo scorrere tutto il libro per leggerle), ma in molti hanno ascoltato l'audiolibro, e mi hanno detto che è letto benissimo da Moro Silo.

- Non tutte le edizioni del Conte sono buone. Se ne avete una vecchia, di famiglia,  edita prima del 1984, probabilmente non va bene. 

La prima traduzione del Conte infatti (1869) era firmata da un certo Franceschini, che non era un'unica persona fisica, ma un gruppo di traduttori, che si presero la licenza di tagliare e aggiustare l'opera originale. Ergo, se la traduzione che avete in casa è firmata Franceschini, è il caso di sostituirla. 

- Se pensate di farvi un'idea del libro guardando la serie di Depardieu, non c'è niente di più lontano. Molti protagonisti sono stati soppressi, alcuni sovrapposti, alcuni non compaiono proprio. Per me è stato talmente irritante, che ho preferito non finire di vederlo. Non solo, ma troverete il libro sicuramente più avvincente e moderno (penso alla figura di Eugenie Danglars che nella non compare proprio)

- A Dumas era stato chiesto di scrivere una guida di Parigi. Ne è uscito un capolavoro completamente diverso, ma i luoghi (Marsiglia, Parigi, Roma, la stessa isola di Montecristo) sono una delle parti più interessanti del romanzo. 

Nel gennaio 1858 Dumas fu citato in giudizio dal suo collaboratore Auguste Maquet (lo stesso che collaborò con lui a I Tre moschettieri e La regina Margot), che voleva riconosciuto il suo ruolo nella stesura dell'opera. A lui si deve probabilmente il plot dell'opera. Maquet ottenne un rimborso di 145.200 franchi. Perse però per sempre ogni diritto spettante dalle opere scritte in collaborazione con il grande romanziere, il quale rivendicò sempre la totale paternità dell'opera. 

- La famosa fuga dal Castello d'If non è che la prima parte del libro (e non come pensavo io, il finale).

La descrizione del  Castello d'If sembra sia ispirata al Castello Aragonese di Taranto. Il padre di Alexandre Dumas padre vi fu imprigionato e dimenticato per ordine di Ferdinando IV di Borbone nel 1799, a causa della sua vicinanza a Napoleone (con il quale ebbe comunque che dire. Non erano dei tipi accomodanti questi Dumas).

- Edmond Dantès è un protagonista scomodo e anticonformista.  E' politicamente scorretto, e anche un po' tronfio. Non si fa amare, piuttosto si fa temere.

La sua storia si ispira a quella vera di Pierre Picaud, ciabattino francese imprigionato con un sacerdote italiano, che gli lasciò in eredità un tesoro a Milano.

- La cornice storica del conte di Montecristo è interessantissima. E' la Francia dal 1815 al 1838, quindi dall'esilio all'isola d'Elba di Napoleone al Regno di Luigi Filippo d'Orléans. Ci sono riferimenti alla Spagna di Isabella II e Carlo V, e alla fine del Pascià di Giannina. Credo che dedicherò un post a queste vicende della Francia, che sono ricche di imprevisti e personaggi meteore, ma non per questo meno intressanti. La trovate in dettaglio qui.

 - Brevissima lettura sociologica del romanzo: una nuova classe sociale, una nuova nobiltà, che ha conquistato titoli e ricchezza grazie alle guerre si fa strada nella Francia della Restaurazione.

- Aspettatevi un blocco del lettore alla fine del romanzo. Qui troverete il Mistero, l'Amore, la Storia. Appagherà molti dei desideri di un lettore onnivoro, per cui sarà difficile  trovare qualcosa alla sua altezza.

Sono passati due giorni da quando l'ho finito, e mi sembra che il debito verso tante avventure io non lo abbia ancora ripagato.  

Titolo: Il conte di Montecristo
Autore: Alexandre Dumas (padre)
Traduzione: Margherita Botto
Pubblicazione: Einaudi, 2015
Pagine:1238




Commenti

  1. È veramente un romanzo bellissimo, che ti cattura. Mi ha fatto lo stesso effetto I Beati Paoli di Natoli, letto l’estate scorsa

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  2. vedi, quello mi manca, e se non me l'avessi detto tu adesso, non lo avrei mai preso in considerazione. grazie!

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  3. Una lettura che ha giustamente oltrepassato la ghigliottina temporale...

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